24 Maggio 2013: certo che... ha il suo fascino!
Un abbraccio, Nicla
venerdì 24 maggio 2013
sotto la pioggia...
carissimi amici, qui piove quasi ogni giorno.
Anch'io che amo le stagioni fredde, incomincio a desiderare un raggio di sole.
E' il massimo!
Un abbraccio e, buona giornata a tutti. Nicla
Anch'io che amo le stagioni fredde, incomincio a desiderare un raggio di sole.
E' il massimo!
Un abbraccio e, buona giornata a tutti. Nicla
giovedì 23 maggio 2013
tratto dal romanzo L'Odore Profano
Miranda
propose ad Alois di invitare a cena Antonio e il capitano Ambrosi. Se non ci
fossero stati impedimenti, per la sera stessa. Dovevano incontrarsi, e rivedere
tutta la situazione.
Alois
era preoccupato per Miranda, la vedeva affaticata, provata dagli ultimi eventi.
Tuttavia lei sembrava contenta di
potersi rendere utile, e non voleva deluderla. Andarono assieme a fare la
spesa. Al ritorno l’aiutò a predisporre la tavola. Gli odori che aleggiavano
per la casa erano divini. La loro casa, bella e accogliente, assomigliava a
entrambi.
Terminati
i preparativi, Alois versò due coppe di champagne. Delicatamente, prese per
mano di Miranda, e la condusse in giardino. Si sedettero sui gradoni di casa, e
fecero un brindisi. Brindarono alla loro vita insieme, presente e futura. Alois
le confessò che aspettava con ansia il momento in cui le avrebbe chiesto di
sposarlo. Desiderava lei e… un figlio, bello come lei. Miranda lo baciò sulla
bocca e, rispose in un soffio: “Sì.”
Tutto
era straordinario, assieme al suo amore!
La
sera, gli ospiti, arrivarono alle otto e trenta. Furono fatti accomodare in
salotto per l’aperitivo, e, Antonio nell’abbracciare Miranda le sussurrò: “Ti
voglio un mondo di bene, bambina.”
Il
capitano Ambrosi era arrivato con un fascio di rose gialle per la padrona di
casa. Era, il colore che lei adorava. Dopo averle disposte in un gran vaso, che
lei gli aveva indicato, le depose sul tavolo.
“Capitano,
grazie, sono davvero bellissime. Lo sa… il giallo è il mio colore preferito.”
Gli
rivolse, uno di quei suoi naturali sorrisi mozzafiato. Le sorrise e, rimase in
silenzio. Si limitò a osservarla… forse ad ammirarla. Incatenato, da quegli
occhi color del grano dorato. Miranda, cogliendo il suo sguardo, arrossì.
Fu
lei stessa a servire gli ospiti. Una perfetta padrona di casa. Alois, la osservava
con misurato orgoglio. La cena era squisita. Ricevette i complimenti da tutti,
e quando servì la torta di mele, ottenne un applauso.
Dopo
cena, passarono in salotto. Miranda si avviò in cucina per preparare il caffè.
Alois versò ai suoi ospiti, uno dei suoi preziosi cognac. Il Capitano, si offrì
di aiutare Miranda, con le tazze del caffè. La raggiunse in cucina. Le fu
accanto… e, l’aiutò a versare la bevanda calda nelle tazze, sistemò la
zuccheriera e, mentre sollevava il vassoio, le loro mani si accostarono. Ci fu,
un attimo… i loro occhi si incontrarono. Il cuore di lui, perse un battito. Miranda,
avvertì, quel qualcosa di estremamente particolare… trattenne il respiro. Un
brivido le attraversò la schiena.
“Avete
bisogno di aiuto, di là?” La voce di Antonio, infranse quell’attimo perfetto.
Ambrosi,
arrivò con il vassoio del caffè, e Miranda con dei dolcetti al cioccolato,
fatti da lei. Erano perfetti per accompagnare sia il caffè che il cognac.
“Miranda,
io ti voglio sposare!” Sentenziò Antonio.
“Antonio,
stai attento a quello che dici, potrei prenderti in parola!” Gli disse Miranda,
nello stesso tono.
“Purtroppo,
sono arrivato troppo tardi, perché… sono stato così sciocco, ahimè!”
Antonio
era una vera macchietta. Tutti risero.
La
serata, scorreva serena nonostante, l’argomento in discussione non lo fosse per
nulla. Era molto tardi quando si accomiatarono. Si ripromisero, di ritrovarsi presto.
Dopo
l’episodio del caffè, Miranda e il capitano Ambrosi, avevano accuratamente
evitato di guardarsi per il resto della serata. Solo al momento del commiato,
lui si chinò sulla sua mano e, non si limitò a fare solo il gesto. Gliela
baciò. Miranda, trasalì.
Quando
furono a letto, Alois la prese tra le braccia e, cominciò a baciarle vogliosamente
il seno. E, mentre Alois si spingeva velocemente dentro di lei, gli tornò alla
mente il volto dell’altro. Al brivido, che aveva provato quando l’aveva
inavvertitamente toccata… nello stesso momento, ebbe un orgasmo sorprendente.
Il
mattino si svegliò tra le braccia di Alois. Miranda, aveva deciso di dedicare quel giorno
ai suoi studi. C’erano, quei due
benedetti esami da fare… era preoccupata di non farcela. Alois la tranquillizzò.
Poteva organizzare la sua giornata come meglio credeva. Non c’era niente di
così urgente al lavoro, che non potesse aspettare. Lui, sarebbe andato in
studio. Nessuno l’avrebbe disturbata. Non voleva di ribattere, aveva davvero la
necessità di starsene tranquilla, a casa. La giornata trascorse velocemente. Alla sera cenarono con Antonio. Era sempre
piacevole stare in sua compagnia, aveva sempre un sacco di cose da raccontare.
E, riusciva a divertire Miranda, anche se si parlava di cose serie.
Il
giorno successivo, Miranda andò in studio con Alois. Doveva, fare alcune
ricerche in alcuni vecchi testi, che si trovavano nella libreria dello studio.
All’ora di pranzo uscirono per mangiare velocemente qualcosa. Non avevano molto
tempo a disposizione.
Al
ritorno, ognuno si dedicò al proprio lavoro.
Erano
quasi le sei del pomeriggio, Miranda si diresse verso lo studio di Alois,
bussò:
“Sì?”
“Oh,
scusate, pensavo fossi solo… buonasera, Capitano.”
“Miranda,
tesoro, vieni avanti, stavamo parlando di te, ti avrei chiamata…”
“Capitano.
Va tutto bene?”
“Bene
grazie, avvocato.”
“Oh,
non sono ancora un avvocato… mi chiami, Miranda. A proposito, lo sa che non
conosco il suo nome di battesimo?”
“Il
mio nome è Edoardo”.
“Tesoro,
ci puoi dedicare alcuni minuti? Il Capitano ti deve parlare. Cominciate pure,
io sono già informato su tutto. Vado di là da Antonio e, poi vi raggiungo.”
Vi
fu un lungo silenzio. Dopo che Alois si fu allontanato, Miranda decise di rompere
quel silenzio.
“Prego,
Capitano, di che si tratta?”
Ambrosi,
tamburellava con le dita, sul bracciolo della poltrona. Era pensieroso. Alla
fine, ruppe io silenzio.
“L’avvocato
Vernier Stuart mi ha spiegato, che lei gradirebbe restare a casa, qualche
giornata, per studiare. Solo per questo periodo degli esami, be’… gli avrei
proposto, naturalmente se lei è d’accordo, di mandarle uno dei miei uomini, ogni
qualvolta avrà bisogno di fermarsi a casa. Che ne pensa?”
“Le
sono molto riconoscente… ma, Alois esagera. Posso stare benissimo da sola, non
ho paura. Questa è la mia casa… qui, mi sento protetta. Non si preoccupi per me
Capitano, me la so cavare.”
“Invece,
io mi preoccupo. Se le dovesse accadere qualcosa non potrei mai perdonarmelo.”
“Che
cosa mi dovrebbe accadere? Me lo spieghi, la prego.”
“Quella
gente non ha scrupoli di nessun genere. Ha visto con che abilità sono entrati
nei vostri studi, hanno addormentato lei e quasi ammazzato l’avvocato, questo
per lei è niente?”
(tratto dal romanzo L'Odore Profano continua.... ) Nicla
mercoledì 22 maggio 2013
tratto dal romanzo L'Odore Profano
Alois,
arrivò in studio in ritardo. La persona che doveva assolutamente incontrare se
n’era andata, senza aspettarlo.
Miranda,
si limitò a un saluto. Era molto presa dal suo lavoro.
Verso
sera ritornò, la persona attesa da Alois, la fecero accomodare nello studiolo
in fondo al corridoio. Nessuno, sapeva chi fosse.
Alle
otto e mezzo della sera erano ancora in riunione. Miranda chiamò l’interno.
“Alois,
scusami, volevo dirti che vado a casa, ci vediamo più tardi.”
“Aspetta
un attimo, vengo da te.” Alois raggiunse Miranda.
“Miranda,
ne avrò per un’altra ora. Aspettami per favore, e poi come ci ritorni a casa?”
“Con
l’autobus, parte dalla stazione tra un quarto d’ora. Finisci la tua riunione
con calma, io ti aspetterò a casa.”
“Antonio
dov’è?”
“E’
uscito mezz’ora fa’, non mi ha detto dove andava… o, se ritornava qui.”
“Per
favore, aspettami. Se te lo chiedo, ho i miei buoni motivi.”
“Okay,
aspetto”. Miranda accettò rassegnata.
Appena
uscito Alois, si sentì improvvisamente così stanca che, appena si sedette sul
divano, si addormentò.
Dormiva
profondamente quando qualcuno la scrollò ponendole una mano sulla spalla.
“Sììi?”
Si svegliò all’istante.
“Non
si spaventi signora, l’avvocato mi ha incaricato di riaccompagnarla a casa. Io
sono l’autista… lo studio si rivolge di solito a me per situazioni del genere.”
Miranda
era ancora un po’ insonnolita, ma subito le tornarono alla mente le parole di
Alois. Le aveva raccomandato di non andare in nessun posto o intrattenersi con
persone sconosciute, anche qualora avessero affermato che l’ordine veniva
direttamente da lui.
“Grazie,
dica all’avvocato che mi fermo ancora un po’.” Affermò risoluta Miranda.
“Signora,
l’avvocato se n’è già andato… non ha voluto disturbarla, così, ha incaricato me
di ricondurla a casa.”
Qualcosa
non tornava. Per prima cosa Alois non sarebbe mai andato via senza di lei,
dopotutto l’aveva pregata di attenderlo e di non tornare a casa da sola. E, se avesse avuto un impegno improvviso,
l’avrebbe svegliata sicuramente. Non l’avrebbe lasciata sola, né, tanto meno,
avrebbe incaricato uno sconosciuto di scortarla a casa. L’uomo che aveva di
fronte, incominciava a dare segni di impazienza. Era chiaro. Lo si capiva dai
suoi movimenti nervosi. Miranda giocò un’altra carta. Gli chiese di aspettare. Precisò,
l’intenzione di recuperare alcune dispense nello studio in fondo al corridoio.
L’uomo insistette per accompagnarla. Lei lo redarguì invitandolo rimanere al
suo posto. Prima che potesse realizzare che cosa lei avesse intenzione di fare,
Miranda uscì dalla stanza in un baleno, chiudendosi la porta alle spalle, con un
giro di chiave. Di fatto, l’autista rimase chiuso all’interno. Miranda corse in direzione dello studio dove
aveva lasciato Alois e, aprì la porta. In un baleno, colse tutta la situazione
nell’insieme: Alois, era steso a terra apparentemente privo di sensi. Fogli di
carta erano sparsi ovunque. Della persona che stava con lui, nessuna traccia. Miranda
si chinò svelta su di lui. Controllò il suo respiro. Iniziò a scuoterlo delicatamente. Dalle sue labbra,
uscì un lamento. Dall’altra parte del corridoio, l’intruso, tentava di
liberarsi sferrando rumorosi colpi alla porta. Miranda prese il telefono e
chiamò i Carabinieri, risposero al secondo squillo. Arrivarono poco dopo.
Raggiunsero lo studio nel momento in cui il falso autista scardinava la porta. Lo
bloccarono immediatamente.
Arrivò
anche l’ambulanza. Trasferirono Alois, all’ospedale. Faticava a riprendere i sensi.
Furono presto al Pronto Soccorso, lo trasportarono in barella dal medico di
turno per una prima verifica. Miranda intravide David, lo chiamò e lui, la
raggiunse immediatamente. Sistemò la ragazza in un ambulatorio,
tranquillizzandola. La costrinse a stendersi su un lettino, le controllò il
polso e la pressione. Le somministrò dei sedativi. Miranda si addormentò quasi
subito. David raggiunse Alois, che nel frattempo era stato visto da un altro
medico. Aveva una flebo infilata nel braccio in attesa, di ulteriori
accertamenti.
Miranda, si svegliò alle
sei del mattino dopo. Fu l’infermiera, che le controllò la temperatura, e le
praticò un prelievo del sangue. Non si ricordò subito dove fosse, né come o
quando, ci fosse arrivata. Poi, come un flash, l’immagine di Alois disteso a
terra privo di sensi, le lacerò la mente. Chiese, impaziente...(tratto dal romanzo L'Odore Profano continua... )
Buon pomeriggio, Nicla
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