mercoledì 27 febbraio 2013

tratto dal romanzo L'Odore Profano



“Alois, comincia da principio, ti ascolto”.
Gli raccontò tutto ciò che era accaduto.
Antonio ascoltava in silenzio, senza proferire parola, era attento a ogni minimo particolare. Sulla sua fronte si formarono delle piccole rughe. Cominciava a capire, non sarebbe stato facile. Era molto, molto perplesso.
“Intendi lasciare tua moglie?”
“Sì.”
“Ti prego solo una cosa, aspetta, non fare niente, dammi il tempo di riflettere.”
“Non sarà semplice, io non intendo lasciare Miranda, questo deve esserti chiaro fin d’ora, non pensare neanche lontanamente di propormi una soluzione del genere.”
Aveva alzato il tono di voce, e sul suo viso si leggeva tutta l’angoscia al solo pensiero.
“Io non posso vivere senza di lei. Non voglio perderla.”
“Amico mio, ti voglio bene come un fratello, calmati, fammi pensare, troveremo una soluzione. Mi devi promettere di pazientare. Capisco che sia difficile, ma dammi ascolto, non complichiamo le cose.”
Si salutarono, Alois se ne andò.
Doveva tornare da lei, vederla subito. Aveva un disperato bisogno di tenerla stretta a sé, di accarezzarla, di sentire l’odore delizioso della sua pelle, era la sua linfa vitale.  Senza di lei, la vita non aveva più alcun significato.
Giunse a casa. Dal campanile sopraggiunsero i rintocchi della mezzanotte.
Giulia era seduta nel suo studio quando entrò. Egli la salutò educatamente, le chiese perché non fosse già a letto. Gli rispose che l’aveva aspettato, perché desiderava coricarsi assieme a lui.
Le spiegò che si sarebbe trattenuto ancora nello studio, perché non era riuscito a portare a termine alcuni appunti di rilevante importanza. Lei voleva restare con lui, ma Alois insistette perché andasse a dormire. Avrebbe cercato di sbrigarsi e l’avrebbe raggiunta. La rassicurò.
Con questa promessa, lei cedette. Gli si avvicinò, per il bacio della buonanotte. Si rese conto del nervosismo, malcelato, di suo marito, e uscì dalla stanza.
Alois rimase in piedi, di fronte alla scrivania, con lo sguardo fisso sui fogli che vi erano appoggiati, non li vedeva neppure. Il suo pensiero peregrinava altrove, dolente.

Miranda si rigirava, incapace di dormire. Il letto le sembrava troppo grande e freddo, riandava... 

            (tratto dal romanzo L'Odore Profano             continua...) Nicla

good morning!

                       Nicla: kisses!

martedì 26 febbraio 2013

tratto dal romanzo L'Odore Profano



… Miranda, doveva avere qualcosa di più… molto di più. Le fece tenerezza. Quel volto da bambina, quegli occhi tristi, sperduti.

“Miranda, vuoi bere qualcosa di forte? Penso ti darà un po’ di forza.”

Lei alzò lo sguardo verso di lui, fece per parlare, ma ci ripensò. Restò in silenzio.

Antonio le porse un bicchiere dove aveva versato due dita di cognac.

Sorseggiò un po’ del fragrante liquore, lo sentì scorrere dentro di sé. Le infuse  calore.

Si sentì subito meglio, il coraggio le ritornò. Avvertì il ritorno della forza. Parlò.

“Riterrei opportuno, che tu mi dessi delle spiegazioni.”  Il tono della voce era spento, ma ne rivelava, comunque, la forza.

“Ci sarebbero molte cose da dire, cara, ma procederemo un po’ alla volta. Alois è nello studio in fondo al corridoio, è a colloquio con il Questore. Ti senti meglio ora”?   Parlò a voce bassa. Notò un bagliore passare nei suoi occhi. Lei lo guardava interrogativa.

“Puoi spiegarmi meglio che cosa sta succedendo?”,  gli chiese risoluta.

“Per gradi. Adesso la cosa che più conta per te, è che lui sia qui, a pochi passi di distanza… n’est ce pas?”

“Posso sapere perché mi parli così?”

“Bambina, so tutto di voi due. Alois mi ha confessato ogni cosa. Su, rilassati, e fidati di me”.

Miranda, lo fissava con i suoi grandi occhi grandi… luminosi, bellissimi. Era turbata, e sul punto di piangere.

“Piangi, se ritieni ti possa aiutare a stare meglio. Fai come se io non ci fossi”.

Lei non gli rispose. Posò le mani sul volto, e pianse silenziosamente.
                                    ( tratto dal romanzo L'Odore Profano     continua...) 
                                                        Nicla

lunedì 25 febbraio 2013

tratto dal romanzo L'Odore Profano



Arrivarono a casa di lei. Scesero dall’auto, furono l’uno di fronte all’altra. Si guardarono.
Alois parlò per primo: “Amore, andiamo dentro e prendiamo i tuoi bagagli.”
Miranda cominciò a respirare di nuovo. Entrarono in casa. L’odore della legna bruciata nel camino ebbe su di loro l’effetto di una stilettata. Erano i loro odori, testimoni della loro appartenenza, di tutto il loro amore esploso improvviso e inaspettato, quel loro amore stregato e sacro, più tenace della roccia. Solo l’ineluttabile, avrebbe potuto distruggerlo.
Lei salì al piano superiore. Diede un rapido sguardo alla stanza che era l’unica testimone della loro unione. Decise di lasciare tutto com’ era. Al suo rientro voleva ritrovare tutto così. Intatto.
In macchina non si dissero più nulla. Giunsero in prossimità del centro città e lui le disse: “ Ti amo”.
“Anche io, ti amo.” Rispose Miranda con un filo di voce. Non si guardarono. Era fin  troppo difficile andare avanti.


Arrivarono a casa di lui. Entrarono. Lei ritrovò l’odore oramai famigliare, e accogliente. Si rilassò. In quel momento usciva dalla biblioteca Laura, che non appena vide l’amica e il padre, iniziò a saltellare per la gioia...

                                     (tratto dal romanzo L'Odore Profano                continua...)
                                                                                                                Nicla