mercoledì 6 marzo 2013

tratto dal romanzo L'Odore Profano



Miranda era volata a prendere il piumino e i guanti. Scese, trovò Antonio pronto per uscire.

Fuori il freddo pungente servì a scuoterla. Fu come una sferzata.

Antonio, che conosceva tutta la storia, comprendeva benissimo il suo stato d’apprensione. Così aveva colto la palla al balzo, e l’aveva portata con sé. Ora, però, era già pentito, le doveva delle spiegazioni. Miranda non era a conoscenza del gruppo di persone a cui appartenevano Alois ed Antonio. Era una sorta di Loggia Massonica. Si riunivano segretamente, soprattutto quando c’erano cose così delicate da discutere o da affrontare. Potevano accedere a canali “straordinari.”

Antonio non parlò per tutto il tragitto. Avrebbe pensato dopo, su come affrontare la questione, qualora si fosse posta la necessità.

Arrivarono. Le luci provenienti dello studio di Alois erano accese. Miranda non sapeva più che cosa pensare, a quel punto ci rinunciò. Tra non molto qualcuno si sarebbe degnato di darle qualche spiegazione.
Entrarono nel palazzo. Antonio aveva le chiavi, in quanto anche lui disponeva di uno studio nello stabile quando si trovava a Padova. Entrarono. Tutto, era finemente arredato, con molta classe e sobrietà. Nel vasto corridoio si affacciavano molte porte. Erano quasi tutte aperte e, passando si poteva intravederne il raffinato mobilio, i pregiati tappeti e le stampe di valore. Due porte erano chiuse.... 

                                   (tratto dal romanzo L'Odore Profano         continua....)

Nicla 

Every breth...



Nicla

martedì 5 marzo 2013

tratto dal romanzo L'Odore Profano




Non preoccuparti troppo Giulia, come ti stavo dicendo alcuni minuti fa, Alois è molto impegnato in questa causa piuttosto ostica. Doveva fare alcune ricerche negli archivi del tribunale, e gli sarà passato il tempo senza accorgersene”, la consolò Antonio.
“Questo lo capisco anch’io, ma non era mai accaduto prima che lui non mi avvertisse, in caso non rientrasse per cena. Sono preoccupata. In questi ultimi giorni mi è sembrato così inquieto e impenetrabile.”
“Provo a chiamarlo al numero privato, dovrebbe rispondere.”
“Numero privato? Non sapevo che mio marito avesse un numero di telefono che io non conosco”, disse acida Giulia.
“Cara è un numero che usiamo solo per il nostro lavoro, è un gruppo di persone di Legge che lo utilizza… quel numero lo usiamo esclusivamente noi.”
Compose il numero, la linea era disponibile e continuava a suonare, ma nessuno rispondeva. Chiuse il cellulare. Era impensierito, a quel numero si rispondeva sempre.
Fece finta di niente, affermò che non era raggiungibile. Avrebbe riprovato di lì a breve.
Miranda si sentiva a disagio, l’ansia cresceva dentro di lei, ma non poteva chiedere nulla di più. Non voleva mostrare il suo malessere a nessuno. Ciò nondimeno qualcuno, in quella stanza, sapeva, e comprendeva molto bene il suo stato d’animo.   Avrebbe voluto poterla rassicurare, ma non c’era modo di farlo. Avrebbe avuto bisogno di tempo, e soprattutto non erano soli. Doveva esserci un motivo, per il quale Alois non rispondeva al numero privato.
Mentre scambiavano qualche commento sulle vacanze natalizie, sorseggiando il loro aperitivo, il telefono squillò. Laura fu la prima ad impossessarsi del ricevitore.
“Pronto? Sì, un momento, glielo passo subito.”
Giulia tese la mano, ma Laura porse il telefono ad Antonio.
“De Marchi, buonasera, chi parla?”
“Giudice, sono il Questore, esca con una scusa plausibile e si rechi allo studio.   L’aspettiamo, è urgente.” Detto ciò, riagganciò senza lasciare spazio a una qualsiasi domanda.
“Si può sapere che sta succedendo?

 (tratto dal romanzo L'Odore Profano)
                                                                                                                    Nicla

every breth....

Nicla