giovedì 30 maggio 2013

Dartmoor

Devonshire: può essere più bello di così!!!

Vi abbraccio tutti!  Nicla

A presto
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tratto dal romanzo L'Odore Profano



“Tesoro, devi stare tranquilla, sarai protetta come non mai. E’ un uomo di coraggio, ho molta stima di lui.” Miranda scoppiò in lacrime. Alois accostò la macchina sul ciglio della strada, l’abbracciò con dolcezza e le sussurrò parole di conforto. Piano, piano lei si rilassò. La teneva stretta tra le braccia. Miranda gli stava vicina. Aveva bisogno di lui, della sua forza. Della sua sicurezza.
“Domani rimango a casa con te, e studieremo insieme per il tuo esame, ti va bene piccola?”
“Oh, sì! Grazie… fantastico! Grazie, mi fai felice. Staremo insieme tutto il giorno.”
“E, ora andiamo a casa. Ti fai più bella di come sei, se puoi e, ti porto fuori a cena. Decidi tu, dove vuoi andare.”
Si strinse di più ancora a lui. Stava bene, tra le sue braccia. Felice, di sentirsi protetta come una bimba.
Trascorsero una serata tra le più belle degli ultimi tempi. Alois le propose di andare a ballare in un bel localino, appena fuori città. Si divertirono molto. Alois sapeva sempre come fare per farla star bene. A Miranda fu ancora più chiaro, che lei non avrebbe mai rinunciato a lui. Lo amava, ed era legata a lui per tanti motivi. Ballarono, stringendosi, accarezzandosi, baciandosi, incuranti del resto del mondo. Si desideravano da morire, decisero di andarsene. Alois aveva urgenza di lei. Infilò una stradina secondaria, di lì, sicuramente non sarebbe passato nessuno, l’erba era alta. Fermò l’auto, e spense i fari. Reclinò il sedile dove era seduta Miranda. Le sfilò lentamente gli slip, le tolse la leggera maglietta di seta, prese i seni tra le mani, li baciò e li succhiò fino a farle male. Lei spinse la sua mano all’interno dei pantaloni leggeri e, come sempre sentì il suo desiderio. Pieno, turgido. Lui le bloccò delicatamente la mano. La voleva, la desiderava con impazienza. Voleva amarla… subito. Si spostò sopra di lei e… trovò all’istante la via del suo piacere. All’inizio si mosse piano, con cautela. Il piacere incalzante lo sconvolgeva. Quella donna lo faceva impazzire. Si riversò in lei. Sotto una splendida luna complice, in una notte silente di giugno.
Miranda non si rivestì completamente. Erano quasi arrivati a casa. Aprirono la cancellata con il telecomando, entrarono, a metà del viale, dietro di loro, entrò anche il capitano Ambrosi.
“Salve Capitano, è da molto che aspetta?”
“No. Non si preoccupi avvocato, questo è il mio lavoro. Volevo solo assicurarmi che arrivaste a casa in tutta sicurezza.”
Spostò lo sguardo dentro la macchina, proprio nel momento in cui Miranda faceva sparire gli slip dentro la pochette, e velocemente si infilava la maglietta.
Sentì come un pugno allo stomaco. Immaginò quello che era accaduto. Di quanto fosse meraviglioso fare l’amore con una creatura come Miranda. Nella sua mente, per un attimo fantasticò, pensò ai loro giochi amorosi. Poteva ben immaginare che loro due facessero sesso, poiché vivevano insieme, ma immaginare è una cosa, e vedere Miranda poco vestita, con ancora le tracce sul volto dell’amore appena concluso… era ben altra cosa. Di sicuro avevano appena fatto l’amore. Osservò Alois. Aveva gli occhi arrossati, appagati. Era davvero un bell’uomo, dovette ammetterlo a sé stesso e, lei un incanto. Stavano bene insieme.
“Capitano, vuole entrare, beviamo qualcosa insieme?”
Sarebbe dovuto andarsene di corsa, ma qualcosa lo tratteneva. Percepì il pericolo, ma non poteva farci più niente. Si stava infatuando di Miranda, altrimenti come giustificare quell’attacco di ansia o, di gelosia, di pochi istanti prima?
“E’ molto tardi, ma accetto volentieri.”
Miranda si era ricomposta, si scusò, li avrebbe raggiunti subito. Quando arrivò in salotto, Alois versava del cognac al Capitano.
“Ne vuoi anche tu?” Le chiese dolcemente, come se fossero soli.
“Berrò un sorso dal tuo bicchiere, grazie.”
Edoardo la guardò. Intensamente. Non riusciva a non guardarla. Era una visione. I capelli leggermente scompigliati, le labbra rosse di baci, gli occhi cerchiati e ancora colmi di piacere… odorava d’amore. Si muoveva voluttuosa, Alois la guardava con desiderio. Edoardo capì che non era ancora finita la loro serata. Si alzò, ringraziò entrambi per la squisita ospitalità. Girò sui tacchi e se ne andò.
Girovagò tutta la notte.
Quella donna gli era entrata dentro, più di quanto volesse ammettere a sé stesso. Era successo fin dal primo momento, quando l’aveva vista la prima volta. Era inutile negarlo. Come una malattia oscura, gli si era scatenata nell’intimo, e tutto era scattato per un semplice contatto delle loro mani, per uno sguardo più intenso… per averla vista tornare discinta, con ancora l’odore sulla pelle della sua sessualità.
Non aveva alcuna speranza di averla, né di avvicinarla, o semplicemente di toccarla. Gli scoppiava la testa, continuava a pensare a quei due, che facevano l’amore e, a lei… tra le sue braccia.
Decise di ritornare al Comando, e sperare di dormire almeno un paio d’ore. Altrimenti sarebbe scoppiato.
Appena arrivato, controllò le scartoffie che aveva sul tavolo. La sua mente era altrove. Non c’era altro spazio che per l’immagine di Miranda. Lei, che in quel momento, probabilmente, si abbandonava tra le braccia di Alois. Lasciò sulla scrivania quello che stava cercando di fare, salì nel suo appartamento. Si spogliò e fece una doccia fredda. Prese un’aspirina e si buttò a letto, senza riuscire a dormire. Andò in cucina, prese un bicchiere di acqua fresca e ritornò a letto. Finalmente si addormentò, sfinito, alle prime luci dell’alba.


19


Quel giorno Miranda decise di restare a casa per organizzare il pranzo della domenica,  avevano deciso d’invitare Laura e David. Alois, prima d’uscire, telefonò....
    (tratto dal romanzo L'Odore Profano  continua...  Nicla )

mercoledì 29 maggio 2013

tratto dal romanzo L'Odore Profano



“Questo è solo l’antipasto, piccola. Mi hai risvegliato tutte le voglie e… dopo ti faccio provare una cosa che ti piacerà, ne sono sicuro” Parlava con voce roca, per il piacere appena raggiunto, e pregustando quello che sarebbe venuto dopo.
Finito di cenare, Alois già pregustava già il dopocena. Squillò il suo cellulare.
“Sì?”
“Sono il capitano Ambrosi, avrei urgenza di parlarle avvocato, è cosa della massima importanza”.
“D’accordo, devo venire da lei?”
“No, mi dica dove la posso trovare, la raggiungo subito.”
Alois gli diede l’indirizzo. Si salutarono.
“Chi era amore?” Chiese Miranda.
“Il Capitano dei Carabinieri, sta venendo qui”.
“Avrà delle novità, certamente.”
“Si, ma mi sta rovinando la serata, abbiamo bisogno di tranquillità, siamo fuori tutto il giorno. Almeno la sera vorrei un po’ di pace.”
“Non innervosirti amore, vedrai che se ne andrà presto”.
Di lì a poco suonò il campanello.
Aprirono il cancello. Entrò una macchina civile, per non dare nell’occhio, giunse fino  alla scalinata. Scese il Capitano, salì gli scalini e Alois, che lo attendeva sul portone di casa, lo fece accomodare in salotto. Miranda arrivò con il caffè, fatte le presentazioni, chiese al nuovo arrivato se ne gradisse una tazza.
Era un uomo sui quarant’anni, dall’aspetto curato e gradevole. Molto attraente. Non portava la divisa, ma si intuiva dal portamento fiero, la sua disciplina militare. Riferì loro di aver terminato le indagini su quanto era accaduto. Erano venuti a capo di tutto. Espose i fatti. I militari erano riusciti a ricondurre il tentato omicidio di Alois e il tentato rapimento di Miranda ad alcuni personaggi implicati nel “processo bomba”. Ma era sorto un problema notevole: avevano scoperto che il testimone, che era stato tenuto nascosto e protetto, aveva un fratello gemello, il quale era stato sostituito a lui. L’avevano scoperto casualmente, durante gli interrogatori il super teste non sapeva più rispondere alle domande che gli venivano poste, né conosceva più tutti i particolari della vicenda che avrebbe dovuto incastrare i nomi noti. Qualcuno, sicuramente su ordine dei potenti personaggi implicati nel processo, aveva fatto sparire il vero testimone per non farlo parlare, e lo aveva sostituito con il fratello gemello, il quale era all’oscuro di tutto, sotto minaccia di morte. Il fatto sarebbe esploso in aula, avrebbero messo in ridicolo le massime Autorità, tutta la Corte compresi Avvocati, Pubblico Ministero, Forze dell’Ordine ecc.
Alois era allibito, com’era potuta accadere una cosa simile?! Il testimone era sotto custodia ventiquattro ore su ventiquattro, il blitz si era compiuto sotto gli occhi di qualcuno, che sapeva e l’aveva permesso. Sicuramente all’interno della sicurezza qualcuno faceva il doppio gioco.
Anche il capitano era del suo stesso parere, ma ora dovevano assolutamente convincere il giudice a concedere loro un rinvio, per il tempo necessario a riprendere le indagini, trovare una nuova pista da seguire e pregare Iddio… Non c’erano altre soluzioni.
Miranda era turbata, cominciava a farsi strada in lei il dubbio, che l’irruzione nello studio, il tentativo di omicidio ai danni di Alois, ed il tentativo di rapimento nei suoi confronti, in qualche modo c’entrasse con la sparizione del testimone, ma troppe erano le cose che non tornavano, era una matassa aggrovigliata, eppure…
Il capitano, prima di accomiatarsi, fece loro una serie di raccomandazioni, d’altra parte una seria minaccia l’avevano già ricevuta. Era chiaro che, se avessero voluto togliere di mezzo Alois, e rapire Miranda, lo avrebbero fatto, avevano solo voluto dare loro un avvertimento.
Il Capitano rammentò ad Alois il loro appuntamento per il mattino successivo in caserma.
Miranda ed Alois rimasero in silenzio per un bel po’, immersi nei pensieri che li angustiavano. Altro che giro di boa, altro che finito, quello era solo l’inizio! Dovevano studiare qualcosa d’insolito per non destare sospetti, prima che i tempi fossero maturi. La loro serata era irrimediabilmente andata in fumo, si misero a letto, e continuarono fin quasi il mattino a fare mille congetture, ma nessuna era abbastanza verosimile.

Miranda, quel mattino, sarebbe rimasta volentieri a casa a studiare. Aveva due esami da preparare e la tesi era ad un punto morto. Naturalmente, i progetti che aveva fatto Alois per le vacanze, sarebbero stati rimandati. Lui sarebbe rimasto al suo fianco, non l’avrebbe lasciata sola nemmeno per un istante, da quel momento sarebbe stato tutto troppo rischioso.

            ( tratto dal romanzo L'Odore Profano  continua... )  A presto  Nicla