domenica 22 settembre 2013

Che giornata!

Anche oggi ero ospite dei miei amici Umberto e Roby Tay. La loro casa é perfetta.
Ad aspettarmi al cancello d'ingresso c'erano nell'ordone: Carlotta, Maya, Filippo, e Lady.
Tre Labrador , un pastore maremmano e un piccoletto bastardino di 50 cm, un cagnolino tutto nero come la pece. E, poi é arrivato il mio simpaticone: Tramp. Lui, é un cane speciale e difficile da descrivere.
Io lo trovo stupendo, si comporta come un adolescente scazzato. Lo adoro.
Dopo aver pranzato ci siamo sistemati all'aperto sulle sedie a sdraio, abbiamo goduto del sole dolce settembrino: piacevole... e tutti i nostri amici a quattro zampe intorno a manifestare in continuazione il loro affetto. Che bello! Sono stata così bene che il tempo mi è volato. E' bellissimo avere degli amici così speciali, e non intendo solo i cani!
Grazie ancora Umberto, grazie Roby...

Ho voluto condividere con voi amici del blog, l'emozione di questa mia giornata all'aria aperta con amici cari.
Buona notte a tutti voi che mi seguite e... sogni dolcissimi.
                                                                                                                                        Nicla

venerdì 20 settembre 2013

Ultimo incontro con L'odore Profano...

Qesta era l'ultima presentazione, prima di approdare al nuovo libro il cui titolo é "Color Nero Liquido " Una nuova storia d'amore, personaggi nuovi... ma, ritroveremo anche alcuni personaggi di rilievo del romanzo "L'Odore Profano". 
Si tratta di un ciclo di storie importanti, tutte collegate tra loro. Così non diremo addio ai personaggi che ci hanno coinvolto ed emozionato nel precedente romanzo. 

Buon fine settimana a tutti!
                                                                          Nicla


 LiquidoFoto

20 settembre 1486...

Arturo Tudor


Regno d'Inghilterra
Tudor
Royal Standard of England (1406-1603).svg

Enrico VII (1485 - 1509)
Enrico VIII (1509 - 1547)
Edoardo VI (1547 - 1553)
Jane Grey (1553)
Maria I (1553 - 1558)
Elisabetta I (1558 - 1603)

Ritratto del Principe Arturo Tudor
Arturo Tudor (Winchester, 20 settembre 14862 aprile 1502) fu l'erede al trono d'Inghilterra con il titolo di principe del Galles e fratello maggiore del re Enrico VIII.

La nascita

Arturo Tudor nacque il 20 settembre 1486 da Enrico VII d'Inghilterra ed Elisabetta di York. La Guerra delle due rose che aveva insanguinato l'Inghilterra per trent'anni era finita, ufficialmente, con l'ascesa di Enrico al trono e l'unione del Casato di Lancaster a quello di York era stato sancito dal matrimonio di Enrico ed Elisabetta. Per trent'anni non c'era stata una pacifica successione al trono, nel 1461 Enrico VI d'Inghilterra, della casa di Lancaster, era stato detronizzato dal cugino yorkista Edoardo IV d'Inghilterra, quando lui era morto nel 1483 gli era succeduto il figlio Edoardo V d'Inghilterra, egli però era solo un ragazzo ed era stato imprigionato alla Torre di Londra insieme al fratello Riccardo di Shrewsbury dallo zio che si era incoronato Riccardo III d'Inghilterra, infine nel 1485 il lancastriano Enrico aveva invaso l'Inghilterra, sconfitto e ucciso Riccardo alla Battaglia di Bosworth Field e presa la corona per diritto di conquista. Ora Enrico doveva consolidare la propria posizione e lo aveva fatto sposando Elisabetta, che aveva più sangue reale di lui e per rafforzarla ulteriormente ordinò ai suoi genealogisti di trovare un legame con un regnante mitico, importante, che facesse presa sulla mente dei sudditi ed essi asserirono che Enrico era un discendente di Cadwaladr Fendigaid ap Cadwallon. I genealogisti fecero anche di più arrivando ad affermare che Enrico discendeva per via diretta da Re Artù identificando Winchester con Camelot. Quando Elisabetta rimase incinta subito dopo il matrimonio egli decise che il primogenito si sarebbe dovuto chiamare come l'illustre antenato, nacque un maschio che venne puntualmente chiamato Arturo. Appena nato Arturo venne battezzato all'Abbazia di Westminster, suoi padrini furono Thomas Stanley, I conte di Derby e John de Vere, XV conte di Oxford, mentre la nonna paterna Elisabetta Woodville fu incaricata di portarlo. Sulla salute di Arturo da bambino non ci sono testimonianze univoche, se alcuni storici affermano che egli fosse un bimbo forte e in salute altri invece credono che sia cresciuto malato e gracile[1]. Se Arturo fosse sopravvissuto e la pace nel regno mantenuta alla morte di Enrico la sua sarebbe stata la prima successione incotestata e non violenta dopo quasi cinquant'anni.
                                            Oggi "storia" tra le materie più importanti!
                                                                                                                           Ciao,           Nicla

XX Settembre ...

Le premesse

Il desiderio di porre Roma a capitale del nuovo regno d'Italia era già stato esplicitato da Cavour nel suo discorso al parlamento italiano nel 1860.[non chiaro] Cavour prese poco dopo i contatti a Roma con Diomede Pantaleoni, che aveva ampie conoscenze nell'ambiente ecclesiastico, per cercare una soluzione che assicurasse l'indipendenza del papa.
Il principio era quello della "libertà assoluta della chiesa" cioè la libertà di coscienza, assicurando ai cattolici l'indipendenza del pontefice dal potere civile.[2] Inizialmente si ebbe l'impressione che questa trattativa non dispiacesse completamente a Pio IX e al cardinale Giacomo Antonelli, ma questi dopo poco, già nei primi mesi del 1861, cambiarono atteggiamento e le trattative non ebbero seguito.[2]
Il comandante delle truppe pontificie, il badese Hermann Kanzler
Poco dopo Cavour affermò in parlamento che riteneva «necessaria Roma all'Italia», e che prima o poi Roma sarebbe stata la capitale, ma che per far questo era necessario il consenso della Francia. Sperava che l'Europa tutta sarebbe stata convinta dell'importanza della separazione tra potere spirituale e potere temporale, e quindi riaffermò il principio di «libera Chiesa in libero Stato».[2]
Cavour già nell'aprile scrisse al principe Napoleone per convincere l'Imperatore a togliere da Roma il presidio francese che lì si trovava. Ricevette anche dal principe un abbozzo di convenzione:
« Fra l'Italia e la Francia, senza l'intervento della corte di Roma, si verrebbe a stipulare quanto segue:
1º La Francia, avendo messo il Santo Padre al coperto d'ogni intervento straniero, ritirerebbe da Roma le sue truppe, in uno spazio di tempo determinato, di 15 giorni o al più di un mese.
2º L'Italia prenderebbe impegno di non assalire ed eziandio di impedire in ogni modo a chicchessia, ogni aggressione contro il territorio rimasto in possesso del Santo Padre.
3º Il governo italiano s'interdirebbe qualunque reclamo contro l'organamento di un esercito pontificio, anche costituito di volontari cattolici stranieri, purché non oltrepassasse l'effettivo di 10 mila soldati, e non degenerasse in un mezzo di offesa a danno del regno d'Italia.
4° L'Italia si dichiarerebbe pronta ad entrare in trattative dirette con il governo romano, per prendere a suo carico la parte proporzionale che le spetterebbe nella passività degli antichi stati della chiesa »
(in Cadorna, La liberazione[2])
Il conte di Cavour vi acconsentiva in linea di massima, perché sperava che la stessa popolazione romana avrebbe risolto i problemi senza bisogno di repressioni da parte di governi stranieri, e che il Papa avrebbe infine ceduto alle spinte unitarie. Le uniche riserve espresse riguardavano la presenza di truppe straniere. La convenzione però non arrivò a conclusione per la morte di Cavour, il 6 giugno del 1861.
Bettino Ricasoli, successore di Cavour, cercò di riaprire i contatti con il cardinale Antonelli già il 10 settembre 1861, con una nota in cui faceva appello «alla mente ed al cuore del Santo Padre, perché colla sua sapienza e bontà, consenta ad un accordo che lasciando intatti i diritti della nazione, provvederebbe efficacemente alla dignità e grandezza della chiesa».[2] Ancora una volta Antonelli e Pio IX si mostrarono contrari.
                                          Un po' di storia... questa Italia piena di idee, ma...
 Un saluto a tutti quelli che mi seguono.
                                                                                                          Nicla