giovedì 9 maggio 2013
un pensiero... per voi
a
adoro le rose gialle. Questa é per voi amici che mi seguite.
Buona giornata, Nicla
mercoledì 8 maggio 2013
tratto dal romanzo L'Odore Profano
Laura,
prima che la madre ripartisse, invitò, con il pretesto di una cena di commiato,
l’amico David. Riuscì a rintracciarlo in ospedale e si misero d’accordo per la
sera successiva. Arrivò in perfetto orario, cosa che fu molto gradita a Giulia
che era una vera maniaca della puntualità.
Trascorsero
una serata tranquilla, familiare. Giulia, prima di accomiatarsi, chiese
gentilmente a David di dare un occhio a Laura, ogni tanto, quando poteva. Durante
la sua assenza.
“Signora,
non dubiti, farò quanto mi sarà possibile per tenere a bada questa ragazza. E,
soprattutto che studi!” Disse David facendo l’occholino a Laura.
La madre parve alquanto rassicurata. Quel giovane
uomo le ispirava fiducia.
“Mamma,
se permetti, sono abbastanza grande da badare a me stessa, senza che tu mi
faccia fare la figura della bambina inesperta. In ogni modo, David, quando ti
farà piacere, sai dove trovarmi.” Laura sembrò, dal tono di voce, più grande,
più responsabile. E’ vero che alle volte certe esperienze di vita rendono più
mature le persone.
Due
giorni dopo, Giulia riprendeva l’aereo e ripartiva per la “sua” Africa. Il
tempo sembrò scorrere più velocemente della volta precedente. Atterrando,
riconobbe la posizione in cui si trovava, le alture le davano il punto di
riferimento. All’aeroporto questa volta c’era Joss ad attenderla. Il cuore le
battè talmente forte in petto, al solo pensiero di rivederlo, che le venne da
tossire. L’aereo si fermò dopo una lunga corsa sulla pista bagnata. Dopo aver
sganciato la cintura di sicurezza, Giulia raccolse il suo bagaglio a mano, e
scese.
La
pioggia cadeva fitta e abbondante. Joss prontamente arrivò mentre lei scendeva
gli ultimi scalini dell’aereo. La raggiunse correndo, munito di una cerata
asciutta e un cappello leggero a falda larga per lei. Si abbracciarono sotto la
pioggia dimentichi di tutto.
Di
corsa giunsero al fuoristrada e vi entrarono, finalmente all’asciutto. Joss
parcheggiò in un angolo tranquillo, la prese tra le sue braccia e la baciò. Le
baciò gli occhi, la bocca, il volto, dove capitava, era così felice e
impaziente, da non lasciarle nemmeno il tempo di respirare.
“Joss,
amore! Ti amo, tanto tanto!” Giulia ricambiava quei baci con passione.
“Ogni
volta che te ne vai, ho il terrore di non vederti tornare. La prossima volta
che dovrai far ritorno in Italia, verrò con te, io non ti lascio più!” Così le
parlò il suo uomo innamorato, mentre lei lo copriva di baci.
“Mai
più, mai più divisi noi due!” Le ripeteva, Joss, stringendola a sé.
Arrivarono
al Parco dopo parecchio tempo, dovettero cambiare strada più volte, era quasi
tutto inondato dall’acqua battente. Si avvicinarono con il fuoristrada il più
possibile all’edificio. L’acqua raggiungeva la ruota della Land Rover. Joss
infilò la salopette di gomma, scese, e si trovò immerso nell’acqua fino al
ginocchio. Girò attorno al mezzo, aprì la grossa portiera, prese in braccio
Giulia. Salì la piccola rampa portandola all’asciutto e, al sicuro. Poi ritornò
indietro, e condusse la Land Rover dov’erano parcheggiate tutte le altre
autovetture. Ritornò sui suoi passi, appurando come l’acqua avesse raggiunto i vari
livelli.
Arrivò
finalmente al coperto e si diresse velocemente nella stanza di Giulia, la quale
lo chiamò da sotto la doccia. Non si fece certo pregare, in un baleno si liberò
degli indumenti e s’infilò sotto il getto di acqua calda. Fu accolto dalle
braccia sapienti di lei. Joss era ammaliato da Giulia, quando era con lei, il
tempo scivolava fluido e, tutte le cose assumevano un aspetto diverso. Quella
donna, era armonia. L’universo e tutto il creato si chiamavano “Giulia”. La sua
vita aveva avuto inizio con lei. Se, un giorno Giulia se ne fosse andata, la
sua vita, se ne sarebbe andata con lei.
Rimasero
chiusi nella loro stanza per due giorni, mentre all’esterno la pioggia non
accennava a smettere, e il livello dell’acqua cominciava a suscitare
preoccupazione. Ma i due innamorati ringraziarono il cielo per avere loro
donato tutte quelle ore per stare insieme. Furono due giorni indimenticabili,
intensi, quanto un’intera vita. Si concessero tutto l’amore possibile, tutta la
tenerezza di due cuori gemelli, si giurarono amore sino alla morte.
Non
si calcola il “quanto” ma il “come” si vivono le emozioni, ed è nella
profondità dell’anima che si cela il tesoro della felicità. Giulia e Joss erano
ben consci del valore di quel tesoro che li stava unendo come una sola persona.
Smise
improvvisamente di piovere, così com’era incominciato. L’acqua cominciò a ritirarsi,
le grandi pozze furono assorbite dalla terra riarsa, la vita ricominciò con i
suoi ritmi abituali.
(tratto dal romanzo L'Odore Profano continua... ) Un saluto, Nicla
nel cuore... nell'anima
Questa scrittrice... io sono:
Come tutti voi, conosco gli aspetti esteriori e interiori della vita.
Sono felice delle mie piccole, grandi cose.
Trovo pace e serenità dentro le mura della mia casa e... tra le poche persone che amo.
Ho le mie radici .Sono forti.
Non torno indietro per giustificarmi, quando sbaglio.
So, chiedere scusa.
Seguitemi, voglio fare un percorso con voi.
Grazie, mi seguite... siete gentili.
A presto, Nicla
Come tutti voi, conosco gli aspetti esteriori e interiori della vita.
Sono felice delle mie piccole, grandi cose.
Trovo pace e serenità dentro le mura della mia casa e... tra le poche persone che amo.
Ho le mie radici .Sono forti.
Non torno indietro per giustificarmi, quando sbaglio.
So, chiedere scusa.
Seguitemi, voglio fare un percorso con voi.
Grazie, mi seguite... siete gentili.
A presto, Nicla
martedì 7 maggio 2013
tratto dal romanzo L'Odore Profano
Miranda
si ritirò in cucina, per sistemare tutto e lasciò gli uomini a parlare.
“Allora,
oggi ho telefonato. Ci riuniamo venerdì sera alle undici, al solito posto. Io
avrei un’idea: Miranda vive con te e deve sapere tutto. Non si creeranno, tra
voi incomprensioni o dubbi. Potremmo proporla come affiliata, lei collabora con
noi, dopo la laurea e l’esame di stato potrebbe anche diventare un’associata
dello studio…”
“Hai
ragione, gliene parlerò, ti darò una risposta entro giovedì.”
Miranda
arrivò in quel momento con il caffè.
A
mezzanotte, Antonio propose di andare a dormire. Erano stanchi e, provati per
molti altri motivi. Si sarebbero riuniti l’indomani sera.
14
Eleonora,
controllava gli ordini evasi nello studio di suo padre, quando il signor
Amerigo entrò e, vedendo la figlia ancora al lavoro, si rannuvolò.
“E’
possibile che tu debba passare tutto il tuo tempo qui! Sei giovane, dovresti
uscire con gli amici! Ti devi distrarre, la vita non è… solo questo. A me e a
tua madre, piacerebbe che tu trovassi un bravo giovane, così…”
“Papà
caro, lo so cosa vorresti, me lo ripeti tutti i giorni. Verrà anche quel
momento. Le cose accadono quando meno te lo aspetti. Ora io sono felice così. Qui
con voi.”
“Lo
so figlia mia, ma mi sembra che non ti vada mai bene niente, e io, non ti
capisco.”
“Non
c’è niente da capire, quando succederà, succederà….” Non trovava più parole per
consolarlo, sembrava che la questione di vita o di morte, che toccasse più lui,
che lei, che era l’interessata.
“E
tua sorella come ti è sembrata? E’ così… sfuggente, mi è sembrata preoccupata.”
“Devi
pensare che tra meno di un anno si dovrà laureare. Ora, lavora anche presso un
grosso studio, sai, non è poi così tutto semplice. Ci vuole tempo.”
“Non
è esattamente quello che intendevo. Mi è sembrata diversa, e poi tutte quelle
telefonate segrete… C’è qualcosa che non mi è chiaro.”
“Papà,
Miranda tra poco avrà ventitré anni. Forse avrà un ragazzo… è normale, alla sua
età.”
“Tu
sai qualcosa. Con te si sarà confidata sicuramente, non vuoi parlarne con me?”
“Papà,
non insistere, se, e quando ci sarà qualcosa da dire, Miranda sarà la prima a
parlartene, non trovi?”
“A
metà gennaio andrò da lei. Verrai con me cara? Portiamo anche la mamma. Concediamoci
una vacanza. D’altronde questo è l’unico periodo in cui possiamo lasciare
l’azienda in mano ai contabili e ai commercialisti. Che ne dici, è una bella
idea?”
“Sì, è proprio una bella idea.” Eleonora già
pensava di telefonare alla sorella, per prepararla ad affrontare la situazione.
L’indomani
mattina chiamò Miranda di buon’ora, sapeva bene che la sorella si alzava per
tempo. Il telefono suonò a lungo, doveva essere per forza a casa a quell’ora! Forse
era sotto la doccia. L’avrebbe chiamata più tardi. Miranda stava facendo
l’amore con il suo uomo, era, oramai, così presa da lui, che avrebbe preferito
morire piuttosto che farne a meno. Era dimentica di tutto, non si era neppure
spostata di un millimetro, mentre il telefono continuava a suonare. Ma, a lei
non interessava nulla. Potevano anche annunciarle la fine del pianeta. Lei era
tra le braccia dell’uomo che amava, e niente contava di più al mondo.
Molto
più tardi controllò chi l’avesse chiamata: Eleonora. Chissà che cosa le doveva
dire di così importante, di tanto urgente. Non era quello l’orario in cui si
telefonavano.
“Ciao,
ho visto ora la telefonata, scusami non ho potuto chiamarti prima, come stai,
tutto bene?”
“Miranda,
papà ha deciso di venire a Padova, desidera vederti. Ha chiesto anche a me di
accompagnarlo e, penso verrà anche la mamma.” Le disse parlando a bassa voce.
“E
come gli è venuta questa idea?”
“Dice
che ti ha vista strana, e non capisce cosa stia succedendo. Ho cercato di
depistarlo in tutti i modi, ma sai com’è, quando si mette in testa una cosa, è
più cocciuto di non so chi.”
“Che
gli hai detto”?
“Che
sarai preoccupata per la tesi, e che il nuovo lavoro t’impegna. Ma lui sostiene
che non è così, allora gli ho suggerito che forse hai un ragazzo, cosa del
tutto normale alla tua età. Che altro potevo dirgli? Sembrava un segugio!”
“Hai
fatto la cosa migliore, sarà più facile anche per noi. Grazie sorellina, un
bacio.”
Alois
uscì dalla doccia, ogni qualvolta lei se lo ritrovava davanti, stentava a
credere alla fortuna che aveva avuto nell’incontrarlo, e alla magica pozione
che dovevano avere ingerito per amarsi così tanto, e poi, non si stancava mai
di ripeterselo, era bello da mozzare il fiato, così maschio. Le vennero i
brividi.
“Con
chi eri al telefono amore?”
“Eleonora,
mia sorella”.
(tratto dal romanzo L'Odore Profano continua....)
Un saluto, Nicla
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