martedì 21 maggio 2013
KAFUE - Zambia
Giulia e Joss.
Si conoscono in Africa.
Per loro, ha inizio una nuova vita.
La felicità é per tutti!
A presto, Nicla
tratto dal romanzo L'Odore Profano
Gli
uomini giovani erano a pesca o a caccia, mentre le donne rimanevano al
villaggio dove pulivano ed essiccavano il pesce pescato dai loro uomini o, dedicandosi ad altri lavori, come colorare i tessuti con colori vegetali, o
conciare pelli di animali selvatici. Un piccolo mondo laborioso. Il tempo che
trascorsero al villaggio volò come il vento.
Annie,
nel frattempo, visitò tre donne gravide, controllò alcuni piccoli nati di
recente, e tutti le fecero promettere che non doveva più andarsene lontano, in
quella sua terra circondata dall’acqua. Promise che sarebbe tornata presto.
Giunsero
al Parco stanchissime. Giulia rifiutò la cena, era troppo spossata. Cercò
rifugio nella sua stanza. Dopo una doccia rilassante, si infilò a letto. Alcuni
minuti più tardi, la raggiunse Joss.
“Amore,
come ti senti? Da un po’, ti stai stancando troppo. Non sei abituata a questo
tour de force, ti devi riposare. Sei così pallida.” In effetti, sotto la leggera
abbronzatura, si poteva intravedere il suo pallore. Joss andò in cucina e le
preparò un frullato d’ananas, la raggiunse e l’obbligò a berlo. Poco dopo,
Giulia corse in bagno e, vomitò tutto quello che aveva ingerito. Joss la ripulì
per bene, la prese in braccio come una bimba e l’adagiò sul letto. Prese un
panno, lo inumidì, era fresco… glielo pose sulla fronte. Giulia era
pallidissima. Joss temeva un collasso, così, si precipitò a chiamare Annie.
Arrivò immediatamente con la sua borsa da medico e fece uscire Joss, pregandolo
di non agitarsi troppo.
Rimaste
sole, invitò Giulia a spogliarsi. Iniziò, a visitarla minuziosamente.
“Cara,
ti era mai capitato nei giorni precedenti di avere vertigini oppure sentirti
particolarmente stanca?” Le chiese affettuosamente.
“No,
forse un po’ stanca, sì, ma… ho fatto molte cose in quest’ultimo periodo...”
“Ascolta,
ti faccio un prelievo di sangue, solo per sicurezza.”
“Un
prelievo? No, ora sto già meglio, sono solo un po’ stanca, tutto qua.”
“Il
medico sono io, e tu fai come ti dico, okay?” Il tono fermo di Annie, non
ammetteva replica.
Joss
era fuori dalla porta e, sembrava molto in ansia. Annie gli chiese se avesse
delle provette per il prelievo di sangue. Joss andò nel suo laboratorio, prese
tutto l’occorrente e ritornò da Giulia. Era evidente la sua ansia. La
dottoressa fece i prelievi, mise le provette nella valigetta, e chiese a Joss
di poter usare il suo laboratorio. Joss l’accompagnò, e le mostrò accuratamente
tutto quello che le sarebbe servito.
“Annie,
c’è qualcosa che ti preoccupa? Per favore, dimmelo, sono così in ansia…”
“No,
stai tranquillo è che, non voglio lasciare nulla al caso, tutto qui. Ora vai da
lei, stalle vicino, e… non stancarla troppo, mi raccomando.”
Lasciò
Annie nel suo laboratorio e, raggiunse Giulia. Entrò nella stanza e si rese
conto che dormiva. Si sdraiò accanto a lei. Ringraziò il cielo per avergli
fatto incontrare il suo angelo.
Annie,
rimase a lungo nel laboratorio. Verso l’alba ottenne i risultati delle analisi.
Al
mattino si ritrovarono per la colazione. Giulia era ancora un po’ pallida, ma
certamente il riposo le aveva recato un gran beneficio.
“Oh,
ecco la nostra malatina! Come ti senti cara?” Annie sorridente, li salutò con
gioia.
“Annie,
grazie per tutta la tua premura… vi siete allarmati per nulla. Ero solamente
stanca. Stamani mi sento forte come un leone.”
“Ma,
proprio nulla non direi…”
“Non
farci stare sulle spine, cosa c’è che non va Annie? Per favore…” Joss era
agitatissimo. Lui, che era un impavido di fronte ai tanti pericoli che quasi
quotidianamente affrontava, quando si trattava di Giulia, diventava come un
bambino spaurito.
“Caro
amico, devi rallegrarti… Giulia aspetta un bambino!”
Joss
si alzò così in fretta per abbracciare Giulia, che fece cadere la sedia, provocando
un gran baccano. Alcuni ospiti si girarono, cogliendo al volo l’immagine di
Joss con Giulia tra le braccia e, la faceva girare, come in un bel gioco
infantile.
“Avremo
un bambino! Un piccolo Joss, o una piccola Giulia! Questo è il più bel giorno
della mia vita! Amore, grazie, ti amo tanto!” Tutti si radunarono attorno alla
coppia, dispensando baci, cordiali strette di mano e auguri di ogni bene.
“Da
bravi, non statele addosso! Fatela respirare, vi prego, signori, è molto
emozionata!” Annie, protettiva com’era per sua indole, cercava di allontanare
la ressa che era venuta a crearsi intorno a loro.
Giulia
era frastornata, davvero stava accadendo a lei? Era così felice, emozionata oltre
misura, come mai avrebbe pensato di essere. In quel momento le fu chiaro che
quel figlio lo voleva con tutte le sue forze, perché era figlio di Joss.
Quando, alla fine, si ritornò alla calma, Annie, gentilmente, la sottrasse
dalle braccia di Joss, che non si staccava da lei nemmeno per un secondo. E
insieme si allontanarono. Camminarono tranquillamente per un po’, poi Annie
iniziò a parlare.
“Cara,
hai già avuto altri figli?”
“No,
è il primo”. Dovette raccontarle i particolari della sua vita e del precedente
matrimonio,
“Quanti
anni hai Giulia?”
( tratto dal romanzo L'Odore Profano continua... )
A presto... Nicla
venerdì 17 maggio 2013
The English Countryside....
Oggi, non racconterò L'Odore Profano.
Oggi, ascolto la pioggia cadere.
Il silenzio che mi circonda é troppo importante.
Ascolto, i battiti del mio cuore... vorrei...
Ascolto, il silenzio.
E' un momento di pura felicità.
Ascoltiamo il silenzio: é pieno di suoni. Piacevoli, interiori.
Ascoltare é più difficile... parlare, non sempre é davvero importante.
L'orologio a muro, scandisce le ore: quattro rintocchi.
Devo andare, devo lasciarvi. Mi dispiace.
Un abbraccio a tutti voi che mi seguite.
v.v.b. Nicla
Londra sotto la pioggia...
Come é dolce...
La pioggia che scende,
su quella città del mondo,
che ti appartiene... che sta nel tuo cuore, nei tuoi pensieri più intimi: nell'anima.
Sono parecchi mesi, che percorriamo quotidianamente, insieme, questo mio viaggio intorno al mondo.
Ci siete sempre, tutti! E' davvero bello, ritornare a casa alla sera, aprire il pc... e vedere, in quanti siete venuti a leggermi... spero molto, che il mio romanzo sia per tutti voi, come lo é stato per me, un piacevole passatempo. Vorrei, amerei, darvi molto di più : emozioni.
Buon fine settimana. Nicla
La pioggia che scende,
su quella città del mondo,
che ti appartiene... che sta nel tuo cuore, nei tuoi pensieri più intimi: nell'anima.
Sono parecchi mesi, che percorriamo quotidianamente, insieme, questo mio viaggio intorno al mondo.
Ci siete sempre, tutti! E' davvero bello, ritornare a casa alla sera, aprire il pc... e vedere, in quanti siete venuti a leggermi... spero molto, che il mio romanzo sia per tutti voi, come lo é stato per me, un piacevole passatempo. Vorrei, amerei, darvi molto di più : emozioni.
Buon fine settimana. Nicla
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