giovedì 25 aprile 2013
Giulia e Joss... Africa
Giulia e Joss, una storia d'amore...
Romanzo L'Odore Profano
395 pagine ISBN 978-88-6281-689-2
Nicla
nella città di Padova....
Luoghi dove vivono i personaggi del romanzo L'Odore Profano.
un abbraccio a tutti voi, Nicla
tratto dal romanzo L'Odore Profano
Giurò
a sé stessa che non l’avrebbe mai ferito, in alcun modo. Meritava solo di
essere amato.
Trascorsero
un’intensa notte d’amore. Alois era felice, non solo perché aveva tra le
braccia il suo amore, ma anche perchè avvertiva in lei una sorta di cambiamento,
non sapeva bene cosa fosse accaduto, capiva solo che lei si era schiusa fra le
sue mani, come un bel fiore si apre ad offrire il suo nettare. Ora, era finalmente
consapevole dell’amore di Miranda per lui!
Il
mattino seguente, dopo essere stato lungamente coccolato e amato dalla sua
donna, uscì a malincuore da quelle braccia calde e morbide, ma qualcosa
d’importante e necessario lo attendeva in città. Doveva, infatti incontrare
Giulia, di ritorno dall’Africa, per definire la loro separazione.
Arrivò
in studio in anticipo e preparò tutta la documentazione per l’arrivo della
moglie.
Antonio
si affacciò alla sua porta dopo una mezz’ora. Si accordarono su alcune cose, e
attesero l’arrivo di Giulia. Fu annunciata da una delle segretarie, che
l’accompagnò nello studio personale di Alois. Assieme ad Antonio stavano
rivisitando alcune testimonianze inerenti al processo a cui entrambi stavano
lavorando, quando lei fece il suo ingresso.
Entrambi
stentarono a riconoscerla. Era un’altra persona. Il color biscotto della pelle
le donava moltissimo. I suoi occhi verdi sembravano più grandi. Appariva
leggermente dimagrita, senza nulla togliere alla sua grazia ma, la cosa
fondamentale, ciò che la rendeva diversa, era lo sguardo più profondo… intenso,
armonioso. Era molto seducente.
“Giulia,
ti trovo bene, in gran forma e, non trovo un aggettivo all’altezza del
pensiero!” Antonio la guardava rapito, mai, era stata così affascinante.
“Grazie
caro amico, come stai?” Gli chiese, mentre gli offriva la guancia da baciare.
Si
rivolse al marito, porgendogli la mano, amichevolmente.
Anche
ad Alois non era sfuggito il cambiamento della moglie, ma evitò ogni tipo di
commento.
“Giulia,
hai fatto buon viaggio?” Le chiese cordialmente.
“Grazie,
sì. Come ti ho anticipato per mail, gradirei concludere alla svelta… dopodomani
ho l’aereo per ritornare in Africa.”
“Per
quanto mi riguarda, è tutto pronto, e tu?”
“Non
ho avuto il tempo di trovarmi un avvocato. Dato che a mio parere, la
nostra é una separazione consensuale… Antonio potrebbe rappresentarmi.”
“Bene,
allora fai le tue richieste Giulia, non ci sono problemi. Puoi rivolgermi tutte le
domande che vuoi, e… che cosa chiedi ad Alois per questa separazione?”
“Io,
non voglio nulla.” Lei rispose.
“Come
sarebbe a dire?” Antonio le rivolse le solite domande di rito.
“Non
appena sarà possibile, io vivrò in Zambia. Non ho alcun problema di ordine
economico… il patrimonio di mio padre spetta a me e, un giorno sarà tutto di
Laura. Nostra figlia deciderà della sua vita come meglio crede, è maggiorenne.
Fra tre mesi, quando ritornerò, lei avrà avuto modo di prendere una decisione.
Vorrei solo firmare questi documenti e... ripartire.”
I
due uomini erano alquanto sorpresi per la categoricità con cui Giulia aveva esposto
i suoi propositi. Non la riconoscevano. Aveva compiuto una metamorfosi. Quella
che avevano dinanzi era una donna sicura e determinata, non aveva lasciato loro
nemmeno lo spazio per una considerazione, li aveva zittiti con poche parole.
Dopo aver firmato una sfilza di carte, strinse loro la mano e s’avviò decisa
alla porta. I due amici restarono in silenzio per un bel po’, nessuno dei due
voleva essere il primo ad intavolare il discorso. Alois fu il primo a prendere
la parola.
“Sinceramente
non avevo in mente nulla, ma non mi sarei aspettato di vedere Giulia così
cambiata, non so che cosa pensare…”
“Mio
caro amico, l’abbiamo sempre considerata una bella donna sofisticata, educata,
invidiata, gentile, eccetera eccetera. Ma nessuno di noi l’ha davvero
conosciuta a fondo. E’ stato… come vederla per la prima volta. Ti assicuro che
mi ha fatto uno strano effetto.”
“Già,
hai ragione, è un’altra donna. Deve esserle accaduto qualcosa in Africa, e
qualcosa di… buono. Certo che mi ha sorpreso.”
“E
con Laura come la mettiamo? Sua madre, tra virgolette, l’ha scaricata.”
“Le
parlerò io, non vedo altra via d’uscita, e poi vedrai, una soluzione la
troveremo…”
“Mettiamoci
al lavoro, che il tempo fugge.” Antonio cambiò discorso, c’era lavoro da fare e
molto.
Giunta
a quella che era stata la sua casa, Giulia aprì la porta ed entrò.
(tratto dal romanzo L'Odore Profano continua...)
Buona giornata, Nicla
mercoledì 24 aprile 2013
tratto dal romanzo L'Odore Profano
Le
due sorelle furono così felici di ritrovarsi. Erano già trascorsi tre mesi e mezzo da quando si erano viste l’ultima
volta. A Miranda venne un nodo alla gola, al solo pensiero che da lì a poco
sarebbe rientrata a Padova. Aveva deciso di parlare con Eleonora, di raccontarle
del suo amore per Alois. Lo avrebbe fatto dopo il giorno di Santo Stefano.
Furono
giorni da fiaba, come sempre del resto. Era sempre stato così. Erano una Fu
così felice il mattino successivo di risvegliarsi nel suo letto, nella sua casa…
con la sua famiglia. Le salirono le lacrime agli occhi. Dividersi tra due amori
così grandi… entrambi immensi.
Fu
una giornata intensa e lieta. Miranda ed Eleonora andarono a Siena, per gli
acquisti dei regali Natalizi. Pranzarono fuori, in un bel localino rinomato per
la sua cucina casalinga. Parlarono di una infinità di cose. Ad un tratto, nel
mezzo di un’altra cosa di cui stavano discutendo, Eleonora pose a Miranda la
domanda chiave.
“Sorellina,
devi dirmi qualcosa?” La colse di sorpresa. Miranda, arrossì.
“Sì.
Come sempre mi leggi nel pensiero. Devo parlarti. Pensavo di farlo dopo questi
giorni. Comunque si tratta di una cosa bella….”
“Parliamone
ora. Ora va bene, siamo sole, tranquille, cogliamo il momento. Questo è quello
giusto.”
Miranda
iniziò il suo racconto dall’inizio. Le disse tutto. Fino in fondo. Non trascurò
nessun particolare.
“Come
ti senti ora?” Le domandò Eleonora tranquillamente.
“Meglio,
sì, molto meglio!” Le rispose Miranda con un timido sorriso.
“Ascoltami,
non fartene un cruccio, ti conosco da sempre.... quando lo sapranno mamma e
papà non accadrà nulla. Non ti preoccupare.”
“Tu
dici? Ma lui è ancora sposato… ha chiesto la separazione alla moglie due settimane
fa e, noi stiamo insieme da molto di più. Papà non può approvare una cosa del
genere.” Sospirò profondamente.
“Ascoltami,
io sono tua sorella e ti voglio bene. Secondo me a volte le cose… succedono e,
senza che nessuno le vada a cercare. E’ qui che sta la differenza, a mio
parere.”
“Non
so cosa fare con la mamma. Mai le ho tenuto nascosto qualcosa… anche papà ne
soffrirà, ne sono sicura. Alois voleva accompagnarmi a casa, desiderava
presentarsi al babbo per spiegargli ogni cosa...”
“Credo...
forse non sarebbe stata una cattiva idea. Le cose, per quanto possano sembrare
gravi, si risolvono meglio guardandosi in faccia.”
“Oh,
Eleonora, ho sbagliato a tenerlo fuori… hai ragione! Con il babbo si sarebbero
capiti, ora ne sono sicura. Ma non era facile per me…”
“Su,
non fare quella faccia da funerale! Troveremo una soluzione. Per ora non
diciamo niente, poi vedremo. Abbi fede sorella.”
Eleonora
le sembrò più ottimista del dovuto.
“Ora
mi spiego l’anello che porti al dito. Pensavo l’avessi comperato in un negozio
di bigiotteria, ma non ti nascondo che a me, quelli, erano sembrati veri
diamanti! Così non ho fatto domande, avevo immaginato che ci fosse un uomo di
mezzo.”
“Già,
è così, è il suo regalo di fidanzamento. Avevi capito tutto.”
Si
abbracciarono, complici da sempre, unite dal grande affetto che le legava.
famiglia.
Come
si dice, tutte le cose belle durano poco,
e fu così. Il tempo se ne scappò via veloce, e venne il momento di ripartire,
del distacco.
Miranda
ed Alois si erano sentiti tutti i giorni, cosicché erano già d’accordo che lui
sarebbe andato a prenderla al suo arrivo.
Era
lì ad aspettarla. La vide arrivare, bella e radiosa. Si rese conto di quanto le
fosse mancata, ancor più di quanto immaginasse. Miranda lasciò andare la borsa
da viaggio per terra e gli corse incontro, lui la prese tra le braccia, la
strinse così forte che le mancò il respiro.
“Non
voglio stare da solo, mai più. Non hai idea del vuoto che ho sentito intorno a me. Lo
sai che non riesco a restare senza di te, ti prego…”
(tratto dal romanzo L'Odore Profano continua... )
Un forte abbraccio, Nicla
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