Edoardo,
quella sera, aveva deciso di uscire di pattuglia con i suoi uomini. Lo faceva
abbastanza spesso, era come una chioccia e, quando arrivavano ragazzi nuovi,
lui aveva l’abitudine di andare fuori con loro. Tutti gli volevano bene e lo
stimavano molto, gli erano affezionati. Era il loro eroe. Ormai famoso tra i ragazzi dell’Arma, si era
distinto più di una volta in situazioni di pericolo, ne era sempre uscito
incolume, evitando pericoli anche mortali per i suoi uomini e per sé stesso.
Uno in gamba. Sempre con la testa posto, pronto, efficace, dedito al dovere. I
giovani militari erano entusiasti di lui, soprattutto quando usciva con loro in
pattuglia.
Quella
sera, fecero il solito giro di controllo nella loro zona. Raggiunsero un posto
di blocco. Il capitano Ambrosi fece fermare la macchina. Scese a parlare con i militari.
I ragazzi gli riferirono alcune informazioni ricevuti dai colleghi. Avevano
notato, alcuni strani movimenti nei pressi della Stazione Ferroviaria. Ambrosi
diede loro istruzioni e, ripartì con i suoi uomini alla volta della Stazione.
Girarono per un po’ nelle stradine attorno, poi fece parcheggiare la macchina
in una via a senso unico. Spensero i fari. L’auto di servizio, era seminascosta
da un cassonetto della spazzatura, un lampione era spento, perciò erano in una
posizione ideale per un appostamento. Il Capitano, seguito dal Brigadiere,
scese dalla macchina. Procedette in silenzio, Ambrosi si girò, fece un cenno al
collega e si incamminò da solo per una ventina di metri. Il silenzio era
assoluto. Anomalo per quell’ora della sera in estate. Aprì la fondina, estrasse
la pistola d’ordinanza e l’infilò nella cintura dei pantaloni. Nel silenzio, udì
un fruscio. Qualcuno che tentava una sortita. Si gettò di lato, mentre il
luccichio di una lama fendeva l’aria dinanzi a lui. Sentì la lama entrargli
nella carne poco più su del gomito sinistro, balzò in avanti, estrasse la
pistola con una velocità fulminea e, con il calcio dell’arma colpì con tutta la
forza che aveva dinanzi a sé. Nel frattempo era sopraggiunto il Brigadiere. Nello
stesso istante si udì un grido soffocato e un tonfo. Il Carabiniere che era
rimasto appostato in macchina accese i fari e avanzò sino a raggiungere i
colleghi. Saltò giù dall’auto, pistola in mano… colse subito la scena: Ambrosi
perdeva sangue in abbondanza dal braccio
ferito, ma non sembrava aver riportato una ferita grave. Per terra giaceva
privo di sensi un uomo di colore, a vederlo così sembrava un colosso. Il Brigadiere
si affrettò a chiamare per radio rinforzi, mentre Ambrosi, scavalcato il
malcapitato ancora svenuto a terra, girò l’angolo correndo. Sapeva, che il
peggio doveva ancora arrivare. Il Brigadiere, dopo aver messo le manette
all’uomo a terra, gli corse dietro e lo sentì intimare gridando un: “alto le
mani o sparo!” Seguì una detonazione. Vide, due persone che scappavano. Una di
loro si voltò e fece fuoco, “A terra!” gridò Ambrosi al militare, mentre lui
rispondeva al fuoco continuando a correre dietro ai due malviventi. Spararono
ancora, Ambrosi rispose al fuoco, uno dei due fuggitivi cadde, l’altro si girò
di scatto, si inginocchiò, prese la mira e fece fuoco. Il primo colpo, Ambrosi,
lo scartò per un pelo. Il Capitano rispose al fuoco e l’altro scaricò il
caricatore della sua arma contro di lui. Il Brigadiere, sopraggiunto in
quell’istante, vide Ambrosi cadere a terra.
Era
passata da poco la mezzanotte. Miranda e Alois rientravano dalla loro cena in
città. Commentavano tranquillamente la serata, appena trascorsa quando videro
passare a sirene spiegate auto dei Carabinieri, Polizia e tre ambulanze. Alois,
accostò la sua auto per lasciare la strada libera alle Forze dell’Ordine. Erano
alquanto impensieriti da tanto trambusto. Di certo, era accaduto qualcosa di
molto grave.
Miranda
sentì dentro di sé una forte agitazione. Inconsciamente il suo pensiero andò a
Edoardo. Si dette della stupida, perché mai gli era passato per la testa un
simile pensiero, perché mai…
Quella notte ebbe degli
incubi atroci, vedeva Edoardo sporco di sangue, i vestiti strappati, che la
guardava, ma non riusciva a parlarle. Si svegliò sudata ed in preda al panico.... (tratto dal romanzo L'Odore Profano... continua) Nicla
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