Il
mattino dopo, Giulia chiamò al cellulare Alois. Rispose Miranda. A Giulia,
d’impeto, venne da riattaccare, ma poi
ci ripensò, avrebbero visto il numero della chiamata… ci avrebbe fatto una gran
magra figura.
“Sono
Giulia, credevo… di aver composto il numero di Alois. ”
“Buongiorno
Giulia. Alois preferisce che risponda io quando è occupato.”
“Significa,
che non può rispondermi al telefono?”
“ti
faccio richiamare quanto prima, buona giornata.”
Giulia
rimase con il telefono in mano. I suoi pensieri si accavallavano, che strano: Alois
che lasciava rispondere a qualcun altro… al suo cellulare? Doveva essersi
davvero bevuto il cervello con quella ragazza. Provò una punta d’invidia, in
fondo, a lei non lo aveva mai permesso.
Miranda
ritornò nella stanza da letto. Alois era disteso a pancia in giù, dormiva. Il
lenzuolo, lo ricopriva solo in parte. Rimase sulla soglia a guardarlo. Le
capitava spesso, e… se ne stava lì, a osservarlo, a lungo. La bella fronte,
coperta dai capelli scuri scomposti, che gli scendevano un po’ lunghi sulle
spalle larghe e forti; il torace muscoloso ma non eccessivo; i fianchi… morbidi
e stretti; le gambe lunghe e forti. Bello, come un dio greco. Restò lì, a
fissarlo, in silenzio, per non svegliarlo.
Gli
si avvicinò. Con le labbra umide, iniziò a baciarlo sul collo, delicatamente. Come
d’abitudine, lui allungò la mano, l’afferrò e, lei cadde sopra di lui senza una
parola. Lui la amò.
Molto
più tardi, Miranda, gli riferì della telefonata di Giulia. Quando fu pronto, scese
e la chiamò.
“Giulia…
ben tornata, come stai?”
“Grazie.
Va tutto bene.”
“Come
mai in Italia, così presto?”
“Sono
qui con un’amica, lei è un medico, sono venuta per dei controlli. Dove vivo
ora, non ci sono strutture abbastanza adeguate.”
“Non
stai bene, cos’hai?”
“Aspetto
un bambino.” rispose semplicemente.
“Che
notizia, congratulazioni!”
“Ti
ringrazio.”
“Hai
qualche necessità, posso fare qualcosa per te?”
“No,
ti ringrazio. Volevo sapere a che punto siamo con la separazione.”
“E’
tutto a posto, ora si tratta di aspettare i tempi tecnici. Stai tranquilla che
farò l’impossibile, ora c’è anche un ottimo motivo, direi. Auguri Giulia, fammi
sapere quando nascerà il bimbo. Mi raccomando stai serena, ciao.”
Giulia
riattaccò il telefono, non le aveva neppure chiesto di vederla per salutarla di
persona.
Miranda
incrociò sulle scale Alois.
“Come
mai è già tornata? Credevo si fermasse in Africa il più possibile.”
“Aspetta
un figlio” le rispose.
“Sono
contenta per lei!”
“Già,
con me… non ha voluto averne. Come è strana la vita!”
Miranda
sentì, nella sua voce un’inflessione di tristezza.
“Io
sì, voglio dei figli tuoi! Tanti! Amo le famiglie numerose.”
“Bimba,
sei così giovane! Adesso ci godiamo la vita noi due, e poi faremo tutti i bambini
che vorrai.”
Si
abbracciarono stretti, complici del loro amore.
“Alois,
devo chiederti un favore.”
“Tutto
quello che vuoi…”
“Mi
farebbe piacere, andare all’ospedale. Vorrei notizie del Capitano Ambrosi… mi
sembra una cosa giusta, non credi?”
“Certo,
ma andiamoci subito. Oggi è sabato, avremo parecchio da fare, domani hai il tuo
pranzo…”
“Vuoi
invitare anche Giulia?”
“No,
non desidero incontrarla. Voglio che domani sia una bella giornata.”
“Come
vuoi.” Miranda andò a prepararsi.
Arrivarono
all’ospedale, parcheggiarono, e si diressero verso la reception.
Alois,
chiese a un’infermiera dove fosse la stanza del Capitano Ambrosi. L’infermiera
riconobbe Miranda e, la guardò con aria interrogativa, questa chinò la testa. La
donna, ebbe l’intuizione di stare zitta.
Davanti
alla porta del Capitano sostavano dei medici. Parlavano sottovoce tra loro. Alois
si avvicinò. Chiese notizie di Ambrosi. I medici vollero sapere, per prassi, se
fosse un parente. Uno di loro lo riconobbe, ultimamente la sua foto usciva
spesso sui giornali.
Si
era avvicinata anche Miranda, così ebbe modo di cogliere tutta la
conversazione.
“…
è difficile stabilire se ce la farà o no. Io, personalmente, non pensavo
nemmeno che passasse la notte… è stazionario. Ha un fisico eccezionale, però…
come posso spiegarle, è come se gli mancasse la volontà di vivere.”
“Come
è possibile stabilire una cosa del genere?” Chiese Miranda.
“Signora,
l’essere umano è come gli animali, le piante. Facciamo parte della natura, e la
natura si difende, combatte per la sopravvivenza a qualsiasi costo. Lui, non lo
sta facendo… mi rendo conto che sia un ragionamento difficile da accettare, ma
le garantisco che è così.”
“Mi
dispiace…” mormorò Alois.
Miranda
avrebbe voluto entrare, ma si trattenne dal farlo. Salutarono e uscirono.
Miranda, non trovava pace. Si inventò di aver dimenticato la sciarpa di seta
nel salottino d’attesa. Alois, si offrì subito di ritornare indietro, ma lei
gli suggerì di raggiungere l’auto e uscire dal parcheggio. Lei lo avrebbe raggiunto
in un attimo.
Risalì
di corsa, fortunatamente davanti alla porta di Edoardo non c’era nessuno, si infilò
all’interno. Si avvicinò al letto. Aveva gli occhi chiusi, cerchiati di venuzze
blu, il volto, aveva il pallore della morte. Rimase impietrita. Gli prese la mano.
Com’era avvenuto il giorno prima, lui aprì gli occhi. Per un istante sembrò che
riprendessero vita, ebbero un breve luccichio. Miranda si chinò e lo baciò
sulle labbra, parve volesse dirle qualcosa, ma non ci riuscì.
“Edoardo,
vivi, vivi per me!” Gli sussurrò disperata. Egli emise un debole sospiro, e richiuse
gli occhi.
Raggiunse
la macchina. Alois l’aspettava. Si era ricomposta in fretta e, gli sorrise.
La
domenica mattina la signora Franca arrivò prima del solito. Sistemò il lungo
tavolo fuori, come d’accordo con Miranda. Dispose le rose nei vasi di
cristallo, spolverò i sedili dei divani da esterno e raccolse una cesta di
ciliegie per abbellire ancor più la tavola. Quando ebbe finito quei preparativi,
entrò in casa e si diresse in cucina.
Fu
il profumo di vaniglia e di mele che svegliò Miranda. Anche Alois annusava
l’aria. Quando scesero, la colazione era già in tavola. Mangiarono con
appetito. Era una bellissima giornata di giugno, non eccessivamente calda. La
località dove era situata la casa di Miranda, godeva di un meraviglioso clima
collinare, senza umidità e, anche in piena estate, permetteva di viverci bene,
al fresco. Alle dodici e trenta arrivarono Antonio, Laura e David. Miranda e
Alois erano ad attenderli fuori in giardino. Gli ospiti si complimentarono con
la padrona di casa per il buon gusto con cui era stata allestita la zona pranzo
all’aperto, erano tutti di buon umore, compresa Laura. Franca arrivò con gli
antipasti e Alois preparò gli aperitivi. Antonio lo guardava di sottecchi, e
notò come l’amico fosse cambiato. Si intuiva, quanto fosse soddisfatto e felice.
In tanti anni che lo conosceva non lo aveva mai visto così sereno. Quella
ragazza gli aveva davvero cambiato la vita.
C’era
tanto verde attorno a quella casa, alberi vecchi, alti e austeri le conferivano
un aspetto importante, le alte mura in mattoni che la circondavano e
l’imponente cancellata, ne custodivano la privacy. Un piccolo mondo sereno.
Trascorsero
una giornata bellissima, divertente. Antonio era contento come un ragazzino.
Miranda promise loro che si sarebbero ritrovati prima della partenza di Laura
per gli Stati Uniti.
Giulia
riuscì a fare tutte le analisi e le visite riguardanti il suo stato in tre
giorni, avrebbe atteso un paio di giorni prima di avere i risultati.
Laura,
indaffaratissima per la sua partenza, dedicava poco tempo alla madre,
sicuramente le dispiaceva, ma forse un po’ le faceva comodo. In effetti provava
un forte imbarazzo quando vedeva sua madre con la pancia che cominciava a farsi
notare. Non vedeva l’ora di andarsene da quella casa e dalle persone che aveva
amato. Aveva cercato di non affezionarsi troppo a David, anche se questi non
aveva fatto assolutamente nulla per attirarla, si comportava con lei come un
fratello, proprio per non crearle delle inutili illusioni. Laura non era per
nulla il tipo di ragazza che lui avrebbe voluto avere al suo fianco. Miranda, era
sempre nei suoi pensieri, non poteva farci niente. Sapeva, che il suo era un
sogno e niente più. Molto abilmente celava questa sua passione, nei confronti
della ragazza.
Erano
passati cinque giorni dalla notte della sparatoria. Miranda era riuscita ad
andare tutti i giorni all’ospedale per vedere Edoardo. Senza accennare la cosa a
nessuno, neppure a sua sorella, con la quale si sentiva al telefono tutti i giorni.
Per la prima volta aveva escluso Eleonora dalla sua vita. Non poteva dirle
della sua brevissima relazione con Edoardo. Le aveva sì, parlato di lui, ma
come di una persona gentile e unica.
Era
da poco uscito Alois, quando il cellulare di Miranda squillò.
“Sì?”
rispose con il respiro affannoso.
“Signorina
De Bernardi…?” Una voce maschile la interpellò.
“Sono
io, buongiorno.”
“Sono davvero molto spiacente,
comunicarle...(tratto dal romanzo L'Odore Profano continua.... ) Nicla
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