giovedì 18 aprile 2013

tratto dal romanzo L'Odore Profano

“Giulia”, la chiamò lui. Si volse a guardarlo, lo vide più stanco del giorno prima, i suoi bei lineamenti erano tesi, e gli occhi meno lucenti, le fece male vederlo così, avrebbe voluto confortarlo, dirgli tante cose…
“Sì?” Rispose.
“Vuoi venire con me? Mi piacerebbe farti vedere una cosa.”
La tentazione di rispondergli “no” era grande, l’aveva trattata come una donnetta in cerca d’avventure, ma, desiderava troppo stare con lui.
“Sì molto volentieri”, rispose, “al diavolo l’orgoglio!” Disse a sé stessa.
Partirono da soli, non avrebbe mai osato sperare tanto.
Giulia si guardava attorno con stupore, stavano andando dalla parte opposta rispetto al giorno precedente ed il paesaggio era nuovo ed interessante.
“Volevo ringraziarti per l’aiuto che mi hai dato ieri. Senza di te non sarei riuscito a distrarre gli elefanti, e tanto meno prendere il cucciolo e prelevargli il sangue, grazie di cuore.”
“Mi è piaciuto molto distrarre gli elefanti, mi sono divertita!”
“Hai anche rischiato molto. Ero terrorizzato, ma era troppo tardi per fermarti, potevo solo sperare che Iddio ci aiutasse.”
“Spero che tu abbia potuto analizzare il sangue.”
“Sì, adesso devo aspettare per avere tutti i risultati. Domani potrò saperne di più, ti terrò informata.”
Giunsero in una piccola radura. Alcuni mopano, con la loro chioma creavano delle confortanti zone d’ombra. Giulia sentì in lontananza un forte rumore, chiese subito a Joss da dove provenisse.
“Ora vedrai, ancora un po’ di pazienza.”
Lasciarono il fuoristrada e proseguirono a piedi, il rumore ora, era più forte. Giulia riconobbe il frastuono delle cascate.
“Ti piace qui?” Le chiese Joss.
Si trovavano di fronte a uno scenario straordinario. Quasi allo stesso livello della radura, una cascata scendeva giù verso il basso. L’acqua scrosciante aveva, per uno strano effetto dei raggi solari, i colori dell’arcobaleno. Giulia era senza parole. Quella era, un’oasi paradisiaca. Joss la condusse per mano. La aiutò a salire lungo la roccia, lateralmente. A un certo punto l’aggirarono. C’era una grossa fenditura sulla parete rocciosa, alta circa un metro e larga quanto bastava a una persona per passare. Entrarono. Si trovarono all’interno di una grotta. Il luogo era fresco e accogliente. Quasi al centro, un laghetto, aveva uno strano colore… bianco latte. Circa tre metri di diametro. Pressappoco.
“Che posto è questo… sembra di essere in un altro pianeta!” Esclamò Giulia.
“Vieni, avvicinati…” Joss s’inginocchiò accanto alla pozza e vi immerse la mano. Lei lo imitò. Il suo stupore raggiunse il massimo quando sentì che l’acqua era calda.
“Non è possibile, sembra acqua termale!”
“E’ come se lo fosse. Il principio è un po’ diverso, ma la sostanza è quella. L’acqua è ricca di sali minerali, l’ho analizzata, è ricca di zolfo proprio come acqua termale, fa bene al corpo e alle ossa.”
“Che posto incantevole!”
“Togliti la camicia e i pantaloni. Immergiti. Io entro subito, vedrai com’è bello.”
Senza attendere risposta, Joss si tolse la camicia, gli stivali…. Mentre si spogliava, Giulia osservava attentamente il suo corpo scolpito. Il colore della pelle non era molto scuro, d’altra parte sua madre era inglese. Il suo fisico aveva tutta la bellezza dell’Africa. Lo guardava ammirata, mai aveva visto un corpo così perfetto, forse Alois… Scacciò subito il pensiero del suo ex marito. Per ultimo Joss si sfilò i boxer e, di spalle si immerse nell’acqua.
“Vieni, non sai cosa ti perdi se non lo fai.”
Giulia non temeva di entrare nell’acqua. Non temeva, né si vergognava di spogliarsi di fronte a lui. Aveva paura di sé. Come sarebbe riuscita a stargli accanto, con la voglia, viva, di abbracciarlo? Alla fine si arrese. Si spogliò davanti a lui con calma e senza falsi pudori. Lo raggiunse e si immerse nell’acqua calda e solforosa. Chiuse gli occhi appoggiando la schiena sul bordo del laghetto, rimase immobile. Nessun pensiero a sfiorarla. Completamente abbandonata. La mente leggera, annullava ogni sua riflessione. Mai avrebbe immaginato che esistesse un posto simile.   
“Ti piace? Avevo ragione di insistere, dimmi?”
“Sto così bene, che potrei morire all’istante.”
“No, devi vivere, per gioire di questi momenti. Quante altre cose vorrei farti scoprire!” La sua voce era profonda e leggermente roca.
“Oh, sì ti prego, voglio vedere tutte le meraviglie di questo Eden.”     
“Non basterebbe una vita!”
Giulia rimase in silenzio.
“Perché hai smesso di parlare? Che c’è, vuoi dirmelo?”
          (tratto dal romanzo L'Odore Profano    continua.... )

                                un abbraccio... Nicla 

mercoledì 17 aprile 2013

Boston...

  Vi porte nel mio cuore! Un abbraccio,  Nicla

tratto dal romanzo L'Odore Profano



Giulia era così coinvolta dall’arrivo immediato del tramonto, che non ascoltava neppure una parola di quanto stavano dicendo sulla morte dell’elefante. Gli occhi erano fissi su quell’enorme palla infuocata che affogava dietro la linea dell’orizzonte, lasciando che il buio coprisse con le sue ombre tutte le cose. Erano quasi le nove di sera quando ritornarono. La luna crescente e le stelle, erano state il loro faro nella notte.
Giulia andò nella sua stanza, aveva la necessità di fare una doccia prima di raggiungere gli altri per la cena. Appena vi giunse, si accorse che avevano sistemato sopra al letto una zanzariera. Non doveva scordare di ringraziare le persone di servizio per la premura nei suoi confronti.
Tutti erano fuori per la cena come la sera precedente. Joss non c’era, le dispiacque molto non vederlo, desiderava parlare con lui. S’informò sul perché non ci fosse, e Johnny le rispose in inglese che si trovava nel laboratorio, ad analizzare il sangue del piccolo nzou. Li avrebbe raggiunti al più presto.
Avevano quasi finito di cenare, quando Joss, finalmente, li raggiunse. Si era ricreata la stessa festosa atmosfera della sera precedente, salutò la briosa compagnia e si unì a loro con gioia, avevano bisogno di ritrovarsi dopo la lunga giornata piena d’emozioni e, scaricare così l’adrenalina accumulata.
I lavoranti iniziarono ad intonare le nenie ataviche delle loro tribù. Erano canzoni dolcemente nostalgiche. Entravano nell’anima lentamente, creando una particolare armonia.
Joss fece portare due casse di birra fresca della sua scorta personale e le offrì a tutti, li premiava per il lavoro svolto duramente quella giornata. Era sua abitudine premiare la gente che lavorava con lui.
Giulia lo scrutava, cominciava a capire la nobiltà d’animo di quell’uomo, la sua correttezza. Si spiegava perché tutti lo ascoltavano ed eseguivano i suoi ordini senza fiatare: lo stimavano e lo rispettavano. L’idea istintiva, ideale, che si era fatta di lui, combaciava perfettamente con la realtà.
Girò la testa dalla sua parte e vide che la stava osservando. I loro sguardi s’incontrarono. Lei gli sorrise. Il viso di Joss rimase fermo. Giulia arrossì confusa.
Johnny andò a sedersi vicino a lei, portando con sé due bottiglie di birra. Insistette perché lei ripetesse con lui alcune parole di una canzone, lei lo seguì, imitandone anche i suoni gutturali, tutti cominciarono a battere le mani seguendo il ritmo del canto. Joss, non visto, continuava a fissarla, seguiva ogni suo movimento. Le piaceva guardarla, era bella, regale, lo affascinava... troppo. In tutta la sera non si era mai avvicinato, non aveva parlato con lei direttamente. Giulia ignorò la cosa.
Piano piano, gli uomini cominciarono a ritirarsi, la stanchezza e la birra cominciavano a fare il loro effetto, pure Giulia si alzò, non aspettò di restare sola con lui, non avrebbe ripetuto l’errore della sera precedente. Salutò con cordialità tutti e si allontanò verso l’entrata della casa di pietra. Quella notte dormì saporitamente, era serena, non aveva commesso nessuna imprudenza, era in pace con sé stessa.
Il mattino seguente fu tra i primi a fare colazione, quando Joss arrivò, lei stava uscendo, si salutarono, mentre lei continuava a percorrere il lungo corridoio, senza fermarsi.
        (tratto dal romanzo L'Odore Profano     continua.... ) 
                                             Buon pomeriggio   Nicla

martedì 16 aprile 2013

Koln: Germania



Cari amici della Germania: siete in molti a seguirmi... nel mio Blog, grazie!
La Germania é bellissima, l'ho vissuta ampiamente. Però, A Colonia ci vivono 
due persone che io amo molto. Ciao Nives, ciao Michael... un abbraccio a tutti.
Buona giornata,  Nicla