“Giulia”,
la chiamò lui. Si volse a guardarlo, lo vide più stanco del giorno prima, i
suoi bei lineamenti erano tesi, e gli occhi meno lucenti, le fece male vederlo
così, avrebbe voluto confortarlo, dirgli tante cose…
“Sì?”
Rispose.
“Vuoi
venire con me? Mi piacerebbe farti vedere una cosa.”
La
tentazione di rispondergli “no” era grande, l’aveva trattata come una donnetta
in cerca d’avventure, ma, desiderava troppo stare con lui.
“Sì
molto volentieri”, rispose, “al diavolo l’orgoglio!” Disse a sé stessa.
Partirono
da soli, non avrebbe mai osato sperare tanto.
Giulia
si guardava attorno con stupore, stavano andando dalla parte opposta rispetto
al giorno precedente ed il paesaggio era nuovo ed interessante.
“Volevo
ringraziarti per l’aiuto che mi hai dato ieri. Senza di te non sarei riuscito a
distrarre gli elefanti, e tanto meno prendere il cucciolo e prelevargli il
sangue, grazie di cuore.”
“Mi
è piaciuto molto distrarre gli elefanti, mi sono divertita!”
“Hai
anche rischiato molto. Ero terrorizzato, ma era troppo tardi per fermarti,
potevo solo sperare che Iddio ci aiutasse.”
“Spero
che tu abbia potuto analizzare il sangue.”
“Sì,
adesso devo aspettare per avere tutti i risultati. Domani potrò saperne di più,
ti terrò informata.”
Giunsero
in una piccola radura. Alcuni mopano, con la loro chioma creavano delle
confortanti zone d’ombra. Giulia sentì in lontananza un forte rumore, chiese
subito a Joss da dove provenisse.
“Ora
vedrai, ancora un po’ di pazienza.”
Lasciarono
il fuoristrada e proseguirono a piedi, il rumore ora, era più forte. Giulia
riconobbe il frastuono delle cascate.
“Ti
piace qui?” Le chiese Joss.
Si
trovavano di fronte a uno scenario straordinario. Quasi allo stesso livello
della radura, una cascata scendeva giù verso il basso. L’acqua scrosciante
aveva, per uno strano effetto dei raggi solari, i colori dell’arcobaleno.
Giulia era senza parole. Quella era, un’oasi paradisiaca. Joss la condusse per
mano. La aiutò a salire lungo la roccia, lateralmente. A un certo punto
l’aggirarono. C’era una grossa fenditura sulla parete rocciosa, alta circa un
metro e larga quanto bastava a una persona per passare. Entrarono. Si trovarono
all’interno di una grotta. Il luogo era fresco e accogliente. Quasi al centro,
un laghetto, aveva uno strano colore… bianco latte. Circa tre metri di
diametro. Pressappoco.
“Che
posto è questo… sembra di essere in un altro pianeta!” Esclamò Giulia.
“Vieni,
avvicinati…” Joss s’inginocchiò accanto alla pozza e vi immerse la mano. Lei lo
imitò. Il suo stupore raggiunse il massimo quando sentì che l’acqua era calda.
“Non
è possibile, sembra acqua termale!”
“E’
come se lo fosse. Il principio è un po’ diverso, ma la sostanza è quella.
L’acqua è ricca di sali minerali, l’ho analizzata, è ricca di zolfo proprio
come acqua termale, fa bene al corpo e alle ossa.”
“Che
posto incantevole!”
“Togliti
la camicia e i pantaloni. Immergiti. Io entro subito, vedrai com’è bello.”
Senza
attendere risposta, Joss si tolse la camicia, gli stivali…. Mentre si
spogliava, Giulia osservava attentamente il suo corpo scolpito. Il colore della
pelle non era molto scuro, d’altra parte sua madre era inglese. Il suo fisico
aveva tutta la bellezza dell’Africa. Lo guardava ammirata, mai aveva visto un
corpo così perfetto, forse Alois… Scacciò subito il pensiero del suo ex marito.
Per ultimo Joss si sfilò i boxer e, di spalle si immerse nell’acqua.
“Vieni,
non sai cosa ti perdi se non lo fai.”
Giulia
non temeva di entrare nell’acqua. Non temeva, né si vergognava di spogliarsi di
fronte a lui. Aveva paura di sé. Come sarebbe riuscita a stargli accanto, con
la voglia, viva, di abbracciarlo? Alla fine si arrese. Si spogliò davanti a lui
con calma e senza falsi pudori. Lo raggiunse e si immerse nell’acqua calda e
solforosa. Chiuse gli occhi appoggiando la schiena sul bordo del laghetto,
rimase immobile. Nessun pensiero a sfiorarla. Completamente abbandonata. La
mente leggera, annullava ogni sua riflessione. Mai avrebbe immaginato che
esistesse un posto simile.
“Ti piace? Avevo ragione di insistere, dimmi?”
“Ti piace? Avevo ragione di insistere, dimmi?”
“Sto
così bene, che potrei morire all’istante.”
“No,
devi vivere, per gioire di questi momenti. Quante altre cose vorrei farti
scoprire!” La sua voce era profonda e leggermente roca.
“Oh,
sì ti prego, voglio vedere tutte le meraviglie di questo Eden.”
“Non
basterebbe una vita!”
Giulia
rimase in silenzio.
“Perché
hai smesso di parlare? Che c’è, vuoi dirmelo?”
(tratto dal romanzo L'Odore Profano continua.... )
un abbraccio... Nicla
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