Giulia
era così coinvolta dall’arrivo immediato del tramonto, che non ascoltava
neppure una parola di quanto stavano dicendo sulla morte dell’elefante. Gli
occhi erano fissi su quell’enorme palla infuocata che affogava dietro la linea
dell’orizzonte, lasciando che il buio coprisse con le sue ombre tutte le cose.
Erano quasi le nove di sera quando ritornarono. La luna crescente e le stelle,
erano state il loro faro nella notte.
Giulia
andò nella sua stanza, aveva la necessità di fare una doccia prima di
raggiungere gli altri per la cena. Appena vi giunse, si accorse che avevano
sistemato sopra al letto una zanzariera. Non doveva scordare di ringraziare le
persone di servizio per la premura nei suoi confronti.
Tutti
erano fuori per la cena come la sera precedente. Joss non c’era, le dispiacque molto non
vederlo, desiderava parlare con lui. S’informò sul perché non ci fosse, e Johnny le rispose in inglese che si trovava
nel laboratorio, ad analizzare il sangue del piccolo nzou. Li avrebbe raggiunti al più presto.
Avevano
quasi finito di cenare, quando Joss, finalmente, li raggiunse. Si era ricreata
la stessa festosa atmosfera della sera precedente, salutò la briosa compagnia e
si unì a loro con gioia, avevano bisogno di ritrovarsi dopo la lunga giornata
piena d’emozioni e, scaricare così l’adrenalina accumulata.
I
lavoranti iniziarono ad intonare le nenie ataviche delle loro tribù. Erano
canzoni dolcemente nostalgiche. Entravano nell’anima lentamente, creando una
particolare armonia.
Joss
fece portare due casse di birra fresca della sua scorta personale e le offrì a
tutti, li premiava per il lavoro svolto duramente quella giornata. Era sua
abitudine premiare la gente che lavorava con lui.
Giulia
lo scrutava, cominciava a capire la nobiltà d’animo di quell’uomo, la sua
correttezza. Si spiegava perché tutti lo ascoltavano ed eseguivano i suoi
ordini senza fiatare: lo stimavano e lo rispettavano. L’idea istintiva, ideale,
che si era fatta di lui, combaciava perfettamente con la realtà.
Girò
la testa dalla sua parte e vide che la stava osservando. I loro sguardi s’incontrarono. Lei gli sorrise. Il viso di Joss rimase fermo. Giulia arrossì confusa.
Johnny
andò a sedersi vicino a lei, portando con sé due bottiglie di birra. Insistette
perché lei ripetesse con lui alcune parole di una canzone, lei lo seguì,
imitandone anche i suoni gutturali, tutti cominciarono a battere le mani
seguendo il ritmo del canto. Joss, non visto, continuava a fissarla, seguiva
ogni suo movimento. Le piaceva guardarla, era bella, regale, lo affascinava...
troppo. In tutta la sera non si era mai avvicinato, non aveva parlato con lei
direttamente. Giulia ignorò la cosa.
Piano
piano, gli uomini cominciarono a ritirarsi, la stanchezza e la birra
cominciavano a fare il loro effetto, pure Giulia si alzò, non aspettò di
restare sola con lui, non avrebbe ripetuto l’errore della sera precedente.
Salutò con cordialità tutti e si allontanò verso l’entrata della casa di
pietra. Quella notte dormì saporitamente, era serena, non aveva commesso
nessuna imprudenza, era in pace con sé stessa.
Il
mattino seguente fu tra i primi a fare colazione, quando Joss arrivò, lei stava
uscendo, si salutarono, mentre lei continuava a percorrere il lungo corridoio,
senza fermarsi.
(tratto dal romanzo L'Odore Profano continua.... )
Buon pomeriggio Nicla
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