“Tesoro,
devi stare tranquilla, sarai protetta come non mai. E’ un uomo di coraggio, ho
molta stima di lui.” Miranda scoppiò in lacrime. Alois accostò la macchina sul
ciglio della strada, l’abbracciò con dolcezza e le sussurrò parole di conforto.
Piano, piano lei si rilassò. La teneva stretta tra le braccia. Miranda gli stava
vicina. Aveva bisogno di lui, della sua forza. Della sua sicurezza.
“Domani
rimango a casa con te, e studieremo insieme per il tuo esame, ti va bene
piccola?”
“Oh,
sì! Grazie… fantastico! Grazie, mi fai felice. Staremo insieme tutto il giorno.”
“E,
ora andiamo a casa. Ti fai più bella di come sei, se puoi e, ti porto fuori a
cena. Decidi tu, dove vuoi andare.”
Si
strinse di più ancora a lui. Stava bene, tra le sue braccia. Felice, di
sentirsi protetta come una bimba.
Trascorsero
una serata tra le più belle degli ultimi tempi. Alois le propose di andare a
ballare in un bel localino, appena fuori città. Si divertirono molto. Alois
sapeva sempre come fare per farla star bene. A Miranda fu ancora più chiaro,
che lei non avrebbe mai rinunciato a lui. Lo amava, ed era legata a lui per
tanti motivi. Ballarono, stringendosi, accarezzandosi, baciandosi, incuranti
del resto del mondo. Si desideravano da morire, decisero di andarsene. Alois aveva
urgenza di lei. Infilò una stradina secondaria, di lì, sicuramente non sarebbe
passato nessuno, l’erba era alta. Fermò l’auto, e spense i fari. Reclinò il
sedile dove era seduta Miranda. Le sfilò lentamente gli slip, le tolse la
leggera maglietta di seta, prese i seni tra le mani, li baciò e li succhiò fino
a farle male. Lei spinse la sua mano all’interno dei pantaloni leggeri e, come
sempre sentì il suo desiderio. Pieno, turgido. Lui le bloccò delicatamente la
mano. La voleva, la desiderava con impazienza. Voleva amarla… subito. Si spostò
sopra di lei e… trovò all’istante la via del suo piacere. All’inizio si mosse
piano, con cautela. Il piacere incalzante lo sconvolgeva. Quella donna lo
faceva impazzire. Si riversò in lei. Sotto una splendida luna complice, in una
notte silente di giugno.
Miranda
non si rivestì completamente. Erano quasi arrivati a casa. Aprirono la
cancellata con il telecomando, entrarono, a metà del viale, dietro di loro,
entrò anche il capitano Ambrosi.
“Salve
Capitano, è da molto che aspetta?”
“No.
Non si preoccupi avvocato, questo è il mio lavoro. Volevo solo assicurarmi che
arrivaste a casa in tutta sicurezza.”
Spostò
lo sguardo dentro la macchina, proprio nel momento in cui Miranda faceva
sparire gli slip dentro la pochette, e velocemente si infilava la maglietta.
Sentì
come un pugno allo stomaco. Immaginò quello che era accaduto. Di quanto fosse meraviglioso
fare l’amore con una creatura come Miranda. Nella sua mente, per un attimo
fantasticò, pensò ai loro giochi amorosi. Poteva ben immaginare che loro due
facessero sesso, poiché vivevano insieme, ma immaginare è una cosa, e vedere
Miranda poco vestita, con ancora le tracce sul volto dell’amore appena concluso…
era ben altra cosa. Di sicuro avevano appena fatto l’amore. Osservò Alois. Aveva
gli occhi arrossati, appagati. Era davvero un bell’uomo, dovette ammetterlo a sé
stesso e, lei un incanto. Stavano bene insieme.
“Capitano,
vuole entrare, beviamo qualcosa insieme?”
Sarebbe
dovuto andarsene di corsa, ma qualcosa lo tratteneva. Percepì il pericolo, ma
non poteva farci più niente. Si stava infatuando di Miranda, altrimenti come
giustificare quell’attacco di ansia o, di gelosia, di pochi istanti prima?
“E’
molto tardi, ma accetto volentieri.”
Miranda
si era ricomposta, si scusò, li avrebbe raggiunti subito. Quando arrivò in
salotto, Alois versava del cognac al Capitano.
“Ne vuoi anche tu?” Le chiese dolcemente, come se fossero soli.
“Ne vuoi anche tu?” Le chiese dolcemente, come se fossero soli.
“Berrò
un sorso dal tuo bicchiere, grazie.”
Edoardo
la guardò. Intensamente. Non riusciva a non guardarla. Era una visione. I
capelli leggermente scompigliati, le labbra rosse di baci, gli occhi cerchiati
e ancora colmi di piacere… odorava d’amore. Si muoveva voluttuosa, Alois la
guardava con desiderio. Edoardo capì che non era ancora finita la loro serata.
Si alzò, ringraziò entrambi per la squisita ospitalità. Girò sui tacchi e se ne
andò.
Girovagò
tutta la notte.
Quella
donna gli era entrata dentro, più di quanto volesse ammettere a sé stesso. Era
successo fin dal primo momento, quando l’aveva vista la prima volta. Era
inutile negarlo. Come una malattia oscura, gli si era scatenata nell’intimo, e tutto
era scattato per un semplice contatto delle loro mani, per uno sguardo più intenso…
per averla vista tornare discinta, con ancora l’odore sulla pelle della sua
sessualità.
Non
aveva alcuna speranza di averla, né di avvicinarla, o semplicemente di toccarla.
Gli scoppiava la testa, continuava a pensare a quei due, che facevano l’amore e,
a lei… tra le sue braccia.
Decise
di ritornare al Comando, e sperare di dormire almeno un paio d’ore. Altrimenti
sarebbe scoppiato.
Appena
arrivato, controllò le scartoffie che aveva sul tavolo. La sua mente era
altrove. Non c’era altro spazio che per l’immagine di Miranda. Lei, che in quel
momento, probabilmente, si abbandonava tra le braccia di Alois. Lasciò sulla
scrivania quello che stava cercando di fare, salì nel suo appartamento. Si
spogliò e fece una doccia fredda. Prese un’aspirina e si buttò a letto, senza
riuscire a dormire. Andò in cucina, prese un bicchiere di acqua fresca e
ritornò a letto. Finalmente si addormentò, sfinito, alle prime luci dell’alba.
19
(tratto dal romanzo L'Odore Profano continua... Nicla )
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