Laura
usciva dall’Università, quando quasi finì addosso a qualcuno…. le caddero di
mano i libri e il cellulare. Alzò gli occhi infuriata, com’era sua abitudine, a
ragione o a torto. Stava per scatenarsi in improperi, quando incontrò due occhi
stupefatti e luminosi che la scrutavano.
“I’m sorry, are you okay?”
“My leg is hurting me!”
“Oh,
I’m so sorry!”
Il
giovane uomo la guardava costernato, come se fosse sua la colpa! Era stata
Laura che gli era finita addosso, sempre distratta com’era!
Lo
guardò per la prima volta da che era avvenuto lo scontro. “E’ davvero un gran
bel fico”, pensò la ragazza.
Sì.
Era davvero bello. Come un dio egizio, la sua pelle era leggermente bronzea e i
lineamenti aggraziati, gli occhi poi! Scurissimi, emanavano una luce intensa.
Laura
cambiò immediatamente atteggiamento, affermò che era colpa sua, che era sempre
così distratta e frettolosa.
“Allora
possiamo presentarci, il mio nome è David, il tuo nome?”
“Parli
molto bene l’italiano! Il mio nome è Laura, molto piacere di fare la tua
conoscenza.”
“Sono
indiscreto, se ti chiedo di prendere qualcosa insieme?”
“Volentieri,
così mi siedo, mi fa un po’ male la gamba!”
“Sono
davvero addolorato… posso vedere che cosa ti sei fatta, se vuoi… per
sicurezza.”
“Ma
no, figurati, ho solo bisogno di sedermi un po’, nient’altro.”
“Sono
un medico, per questo motivo ti ho chiesto di vedere la gamba.”
“Oh,
sei davvero gentile.”
Si
sedettero nella pasticceria dietro Piazza Cavour. Parlarono degli studi in
Italia di David, il quale le raccontò di essere nato al Cairo. Suo padre,
ingegnere italiano, aveva sposato un’archeologa egiziana, che aveva studiato in
Italia. Vivevano in Italia da circa sedici anni. Lui lavorava all’Ospedale Civile
di Padova, nel reparto di Cardiologia.
Laura
era incuriosita. Le piaceva il modo di parlare di David. Seppure il suo
italiano fosse ottimo, nell’intonazione della voce si captava un leggero
accento esotico, che ne impreziosiva le parole. Era una persona molto amabile,
dai modi ricercati, era chiaro che avesse ricevuto un’ottima educazione. Laura
lo invitò a casa sua per il tardo pomeriggio, voleva che sua madre lo
conoscesse. Certamente le sarebbe piaciuto.
Miranda
bussò alla porta di Alois, non si erano più visti da quando erano arrivati in
studio, perciò ignorava che Giulia fosse arrivata e anche andata via.
“Si”?
Miranda
entrò, rimase ferma accanto alla porta appena richiusa.
“Ciao,
cosa ci fa qui questa bella bambina nella tana del lupo?” Era la prima volta
che lui si rivolgeva a lei in tono così allegro e scherzoso. Le venne da
ridere.
“Come
sei bella amore quando ridi, vieni qui... ho bisogno di abbracciarti.” Le
sussurrò tendendole la mano. Gli occhi lucenti mandavano strani bagliori.
Lei
si affrettò a raggiungerlo. Alois si alzò e la strinse tra le braccia.
“E’
fatta!” Le disse piano all’orecchio.
“Che
cosa?”, Miranda lo guardava ora con aria interrogativa.
“Ho
chiesto a Giulia la separazione.”
“Hai
chiesto la separazione a Giulia?”
“Amore,
perché ripeti le mie parole? Pensavi forse che avrei tirato la cosa per le
lunghe? Io sono fatto per stare con un’unica donna e... la donna che amo, sei
tu!”
(tratto dal romanzo L'Odore Profano continua....)
Good evening friends! Nicla
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