Le
navette del Resort
erano
già al parcheggio dell’aeroporto di Lusaka. Giulia e gli altri turisti presero
il loro posti per raggiungere il villaggio turistico. Vi giunsero dopo alcune
ore di viaggio. Il pulmino era confortevole, con l’aria condizionata, ma la pista era
usurata dal tempo, dalle piogge e dal passaggio degli elefanti.
Giunsero
finalmente al Villaggio. Seguendo le indicazioni raggiunse la sua stanza. Era
coloratissima e spaziosa. Bussarono alla porta, aprì, era arrivato il “boy” con
i suoi bagagli.
Si
stese sul letto, era stanchissima, e si addormentò.
La
destarono alcuni suoni che venivano dall’esterno. Si alzò e si diresse alla
porta finestra, fuori uno stormo d’anatre selvatiche delle lagune, sentendo
arrivare un mezzo a motore, si era levato in volo emettendo gridi soffocati e
agitando forte le ali. Le vide
profilarsi nel cielo azzurro e volare via in formazione.
Percepì
l’odore diverso dell’aria, e il caldo, che non aveva fatto in tempo a sentire
al suo arrivo. Fece una bella doccia, indossò un paio di pantaloni ed una
camicia e scese nella hall. Altre persone erano scese dalle loro stanze. Si
avvicinò una coppia di italiani, li aveva conosciuti in aereo, davvero
gradevoli.
“Allora
che gliene sembra del posto”? Chiese il signor Giovanni a Giulia.
“Confesso
che appena entrata in camera mi sono stesa sul letto e.. mi sono addormentata.”
“Pure
io!” Disse la signora Adele.
“Pensavamo
di dare un’occhiata al Resort, vedere un po’ cosa c’è di bello, e sentire quale
avventura emozionante ci propongono le guide, per domani.”
“Se
non vi disturbo… verrei con voi.” Disse Giulia educatamente.
“Ma
che disturbo! Ci fa piacere! Siamo da soli anche noi, andiamo.” Il signor
Giovanni partì per primo, come un capo spedizione nella giungla.
Era
davvero un bel posto, aiuole ricche di fiori coloratissimi ovunque, dai
raffinati layouts. Sparse qua e là con ottimo buon gusto c’erano
delle accoglienti poltrone di bambù dotate di soffici cuscinoni che invitavano
al relax, degli ombrelloni in legno di tek costituivano degli ottimi ripari dal
sole. Alcune persone già sorseggiavano variopinti cocktails. C’erano poi degli alberi molto
grandi con chioma a forma d’ombrello, Giulia pensò che fossero dei mopani, non
ne era certa. Suoni e strani rumori
echeggiavano in lontananza, erano i suoni della savana.
(tratto dal romanzo L'Odore Profano continua... )
kisses .... Nicla
Nessun commento:
Posta un commento
Salve! I tuoi commenti mi aiutano a migliorare il mio lavoro! Sono preziosi consigli che mi stimolano e arricchiscono la mia giornata. Grazie!