“Che
cosa ti ha portato qui?”
“Non
so spiegartelo, è stata una cosa che è scattata d’istinto.” Gli rispose.
“H
ggivi, o da chi?” Le chiese lui a bruciapelo.
“Non
ho voglia di parlarne, questa notte è così bella. Perché pensare alle cose che
fanno soffrire?” Rispose piano Giulia.
“Perdonami,
faccio domande senza rendermi conto di poter ferire la sensibilità di chi mi
sta accanto, perdonami.”
“Ti
prego, non fa nulla, sei l’unica persona dopo tanto tempo che mi dimostra
amicizia. Ho la necessità anch’io di buttar fuori tutto quello che ho dentro il
cuore e la mente. Ma non stasera, stasera voglio godere di quest’atmosfera.”
“Mi
onori della tua amicizia, ne sono felice. Mi hai colpito subito, appena ti ho
vista. Scusa, forse non mi esprimo molto bene…”
“Invece
ti esprimi benissimo, e ho capito il senso di quello che hai detto.”
“Tu
conosci bene la lingua francese, io l’ho studiata, è diverso. Se sbaglio a dire
le cose, tu mi devi correggere.” Da quando si erano presentati dialogavano tra
loro in francese, senza averlo stabilito a priori. Avevano iniziato così
naturalmente a comunicare che la scelta della lingua era passata in secondo
piano.
“Io
sono nata a Ginevra e sono di madrelingua francese, poi ho imparato l’italiano,
perché vivo in Italia da molto tempo. L’inglese l’ho studiato anch’io.”
Ci
fu un lungo silenzio, ognuno di loro era dentro i propri pensieri.
“Sono
fuggita da un uomo che non mi vuole più.” Le parole le uscirono dalla bocca
come un rigurgito.
“Non
posso crederci!” Esclamò con enfasi Joss.
“Mio
marito ha chiesto il divorzio…”
“Vuoi
scherzare, da una donna come te?”
“Si,
è innamorato di un’altra.” Rispose in un sussurro.
Seguì
un altro lungo silenzio. Questa volta fu Giulia a parlare.
“E
tu, perché sei qui?”
“Per
me è diverso, questa è la mia terra. Sono nato qui. Mia madre è inglese. Quando
sposò mio padre, i suoi genitori non vollero più vederla, perché era diventata
la moglie di un uomo di colore… un africano. Lei non tornò più a cercarli…
forse non sanno neppure della mia nascita. Se ancora sono vivi.”
“E…
tua madre non ha mai sentito la mancanza della famiglia, della sua vita…”
“La
sua vita di donna bianca, è questo che intendevi dire”?
“No
Joss, non intendevo dire questo, volevo chiederti: si è mai pentita della sua
scelta? E’ stata bene con tuo padre”?
“Io
li ho sempre visti insieme, sereni. Anche ora che non sono più due ragazzi li
vedo e… li sento felici. L’amore non ha colore Giulia!”
“Sono
d’accordo con te, l’amore sta al di sopra di tutto.“
Si
guardarono a lungo negli occhi, scrutandosi a vicenda profondamente. Joss
allungò la mano e la pose delicatamente su quella di Giulia. Per un lungo
istante, entrambi trattennero il respiro. Lei osservò la sua mano. Era una mano
forte ma decisamente bella e aggraziata, anche se, doveva aver affrontato molte
prove. A Joss batteva forte il cuore. Quella donna l’aveva catturato sin dal primo
istante… quando l’aveva vista. Aveva paura, paura di provare dei sentimenti per
lei, entro pochi giorni se ne sarebbe andata, e non l’avrebbe mai più rivista.
Si
guardarono ancora, lui si alzò e la invitò a fare altrettanto, le pose lo scialle
sopra le spalle. Era freddo, Come era strano il clima dell’Africa!
“Forse
è meglio andare a dormire. Domani ti porto con me a vedere gli elefanti… sono
gli animali che preferisco e, un giorno ti dirò il perché.”
“Joss?…”
“Sì?”
“Non
voglio restare da sola.” Il cuore di Joss perse un battito.
“Non
devi avere alcun timore. E’ tutto ben protetto, se ci fosse qualche problema,
chiamami.” Aveva timore di aver frainteso le parole di lei, perciò rispose
così.
“Joss,
ti prego, stai con me… vuoi?” Giulia parlò con voce indebolita dall’emozione.
“Ti
rendi conto quello che mi stai chiedendo? Giulia guardami prima di
rispondermi”. Lei sollevò gli occhi.
“Vuoi
dormire con me, Joss?”
(tratto dal romanzo L'Odore Profano continua... )
Buona giornata amici Nicla
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