martedì 16 aprile 2013

tratto dal romanzo L'Odore Profano






“Che cosa ti ha portato qui?”
“Non so spiegartelo, è stata una cosa che è scattata d’istinto.” Gli rispose.
“H
ggivi, o da chi?” Le chiese lui a bruciapelo.
“Non ho voglia di parlarne, questa notte è così bella. Perché pensare alle cose che fanno soffrire?” Rispose piano Giulia.
“Perdonami, faccio domande senza rendermi conto di poter ferire la sensibilità di chi mi sta accanto, perdonami.”
“Ti prego, non fa nulla, sei l’unica persona dopo tanto tempo che mi dimostra amicizia. Ho la necessità anch’io di buttar fuori tutto quello che ho dentro il cuore e la mente. Ma non stasera, stasera voglio godere di quest’atmosfera.”
“Mi onori della tua amicizia, ne sono felice. Mi hai colpito subito, appena ti ho vista. Scusa, forse non mi esprimo molto bene…”
“Invece ti esprimi benissimo, e ho capito il senso di quello che hai detto.”
“Tu conosci bene la lingua francese, io l’ho studiata, è diverso. Se sbaglio a dire le cose, tu mi devi correggere.” Da quando si erano presentati dialogavano tra loro in francese, senza averlo stabilito a priori. Avevano iniziato così naturalmente a comunicare che la scelta della lingua era passata in secondo piano.
“Io sono nata a Ginevra e sono di madrelingua francese, poi ho imparato l’italiano, perché vivo in Italia da molto tempo. L’inglese l’ho studiato anch’io.”
Ci fu un lungo silenzio, ognuno di loro era dentro i propri pensieri.
“Sono fuggita da un uomo che non mi vuole più.” Le parole le uscirono dalla bocca come un rigurgito.
“Non posso crederci!” Esclamò con enfasi Joss.
“Mio marito ha chiesto il divorzio…”
“Vuoi scherzare, da una donna come te?”
“Si, è innamorato di un’altra.” Rispose in un sussurro.
Seguì un altro lungo silenzio. Questa volta fu Giulia a parlare.
“E tu, perché sei qui?”
“Per me è diverso, questa è la mia terra. Sono nato qui. Mia madre è inglese. Quando sposò mio padre, i suoi genitori non vollero più vederla, perché era diventata la moglie di un uomo di colore… un africano. Lei non tornò più a cercarli… forse non sanno neppure della mia nascita. Se ancora sono vivi.”
“E… tua madre non ha mai sentito la mancanza della famiglia, della sua vita…”
“La sua vita di donna bianca, è questo che intendevi dire”?
“No Joss, non intendevo dire questo, volevo chiederti: si è mai pentita della sua scelta? E’ stata bene con tuo padre”?
“Io li ho sempre visti insieme, sereni. Anche ora che non sono più due ragazzi li vedo e… li sento felici. L’amore non ha colore Giulia!”
“Sono d’accordo con te, l’amore sta al di sopra di tutto.“
Si guardarono a lungo negli occhi, scrutandosi a vicenda profondamente. Joss allungò la mano e la pose delicatamente su quella di Giulia. Per un lungo istante, entrambi trattennero il respiro. Lei osservò la sua mano. Era una mano forte ma decisamente bella e aggraziata, anche se, doveva aver affrontato molte prove. A Joss batteva forte il cuore. Quella donna l’aveva catturato sin dal primo istante… quando l’aveva vista. Aveva paura, paura di provare dei sentimenti per lei, entro pochi giorni se ne sarebbe andata, e non l’avrebbe mai più rivista.
Si guardarono ancora, lui si alzò e la invitò a fare altrettanto, le pose lo scialle sopra le spalle. Era freddo, Come era strano il clima dell’Africa!
“Forse è meglio andare a dormire. Domani ti porto con me a vedere gli elefanti… sono gli animali che preferisco e, un giorno ti dirò il perché.”
“Joss?…”
“Sì?”
“Non voglio restare da sola.” Il cuore di Joss perse un battito.
“Non devi avere alcun timore. E’ tutto ben protetto, se ci fosse qualche problema, chiamami.” Aveva timore di aver frainteso le parole di lei, perciò rispose così.
“Joss, ti prego, stai con me… vuoi?” Giulia parlò con voce indebolita dall’emozione.
“Ti rendi conto quello che mi stai chiedendo? Giulia guardami prima di rispondermi”. Lei sollevò gli occhi.
“Vuoi dormire con me, Joss?”
                    (tratto dal romanzo  L'Odore Profano        continua... )
Buona giornata amici                            Nicla       


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