Chissà
cosa avrebbe pensato Alois di quella sua fuga. Senza una parola. Un momento
così difficile per loro.
Sistemò
un po’ il letto, e ci s’infilò dentro. Era stanca e provata. Si addormentò
immediatamente.
Fu
travolta da incubi. Qualcosa batteva nella sua testa, il rimbombo le faceva
male, non riusciva a tirarsene fuori. Si svegliò, riemergendo dall’angoscia che
l’attanagliava, ma il rumore continuava a batterle in testa. Aprì gli occhi, e
capì che i colpi erano reali.
Saltò
giù dal letto, prese la prima cosa che le capitò tra le mani e l’ indossò, era la camicia di Alois
che era rimasta sulla poltrona. Corse giù per le scale. La pendola segnava le
tre di notte. Giunse dinanzi all’ingresso di casa. I colpi non cessavano. Radunò
le idee ancora confuse dal sonno. Chiese ad alta voce chi ci fosse, prima di
aprire la porta.
“Mirì,
per l’amor del cielo, aprimi subito!” La voce di Alois… era disperato.
Aprì,
prima ancora di rispondergli… si ritrovò tra le sue braccia, che la stringevano
forte. Sentì la bocca di lui sulla sua, assaporò il gusto salato… si accorse,
che piangeva.
“Non
farlo mai più”! Ora piangeva, senza vergogna. Era straziante, vederlo così.
Vulnerabile. Un uomo forte, sicuro di sè come lui, piangeva, continuando a
supplicarla di non lasciarlo, mai.
(tratto dal romanzo L'Odore Profano continua.....)
buon pomeriggio, Nicla
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